Sulle cause delle (acque alte) nell'Adriatico settentrionale, con particolare riguardo alla Laguna di Venezia
P. CALOI
1973
Annals of Geophysics
l(i2 P. CALDI c di 2310 ca ten(lono -sia pure con estrema lentezza -verso il ritmo delle maree semilliurne e diurne, aceentuanllo nel tempo l'efietto di risonanza. È stat,o constatato che, a partire dal l {J40, la temperatura media dell'aria sulla Terra -in leggero aumento dal 1880 -ha segnato un'inversione di tendenza; se ciò ha portato ad un'attenuazione dell'efIetto di eustatismo, ha però provocat,o un progressivo aumento delle precipitazioni atmosferiche, il che si tralluce in
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... ne dell'etlieacia delle cause naturali associate alle acque alte; non ultima la . lievita7.ione l) del mare per diminuita salinitàaccompagnata da diminuzione di densità, di viseosità moler,olare e di tensione superficiale -, responsallile di effetti isostatici cd agevolazione e rinforzo dei moti del mare per fenomeni di risonan7.a. In ogni modo, sembra che il motivo preponllerante delle ar,que alte nel golfo di Venezia, vada ricercato nel transito di zone di bassa pressione, dal largo verso la costa; la corrispondente inturnescenza marina, nel suo procedere lung-o il piano inclinato eostituito dal fondo, raggiunto il punto di risonanza (ciò che può frequentemente verifIcarsi nell'alto AIlriatieo), ivi Sullisce un notevole rinforzo, che supera talvolta di parer,ehie unità l'efietto statico, e tale ampiezza maggiorata conduce fino alla costa. l/efficacia (li Ilue• sto meccanismo è tanto maggiore quanto più dolce è l'inclina7.iono del fondo. Pertanto, in eonseguen7.a (lell'abbassamento del lato occidentale del golfo di Venezia, particolarmente sensibile in corrispondenza del Delta, a partire dal J 051 -a parità di altre r,onllizioni -è andata via via csaltandosi l'incidenza di questo fenomeno sulle acque alte. Si prova r,he l'alto Adriatir,o (o sue parti) può ren(lersi estremamente sensibile a sollecita7.ioni da parte di varia7.ioni di pressione in transito e che fenomeni di risonan7.a possono verificarsi sia per confluenze periodali, sia per eoincillenze cinetiche. In ogni easo, le variazioni di pressione vanno ritenute di gran lunga le più elTieienti cause di acque alte nelle lagune venete. Contrariamente ad un'opinione molto diffusa, il vento non ha azione determinante nella formazione Ili ar,que alte; il suo intervento, agisce sempre da causa concomit,ante. Naturalmente, esula dag-li scopi Ili questo lavoro la ricerca di rimedi per la salvag-ual'!lia di Venezia. Si può solo sottolineare r,he l'aggravamento della sua sitlJazione è legato -per quanto è stato sopra ricordato -ad un'even. tllale ulteriore ce(limento del sottosuolo. In un precedente lavoro, ho richia• mato l'attenzione sulla situazione alt,rettanto allarmante ehe si era verificata a 'Yilmington (Long Beach), (love la locale base (Iella Marina militare D.S.A.come conseguen7.a dell'estrazione di petrolio nel vidno giacimento di Long Beach -era venuta a. trovarsi, nel J 059, con le banchine prossime alla som• mersione. J,'intervent,o di cospicue immissioni d'acqua nel sott,osuolo, in tutta la zona interessata dall'ablmssamento, valse non solo ad arrestare il preoccupante fenomeno, ma altresi a riportare la superficie esterna verso le primitive posizioni, nei riguanli (lei mare. Fna accurata, ben ponderata azione (li pressuriz7.azione sotterranea nella zona della laguna, dovrebbe sortire risultati altrettanto apparezzabili nei r,onfronti di Venezia. Certo, stanno per invertirsi le parti nella formula dello sposalizio di Venezia col mare: nulla (leve restare intentato, allo scopo di evitare che tanta iattura venga llOrtata a compimento. SULLE CAUSE In~LL); ' ACQUE ALTE . NELL' A llRIATICO SETTE~TRIO~ALE Hi3 L -"ACquE AT.TE» IN UN llACII\O A CONFIGURAZIOXF. COSTANTE. Supponiamo che le ca,ratteristiche morfologiche dell'alto Adriat,ico siano rimaste immut,ate a.tMaver80 l'ultimo secolo. In questa ipotesi prescindendo dalla ma,rea. astronomica -da, ritenersi pure immutHta nel suo verifica,rsi, dura,nte il lasso di tempo considerato -a quali cause vanno a.t,tribuit,c le acque alte osservate nelle lagune venet,e! 'ra.Ji cause, evidentemente si identificano con interazioni fra atmosfera ed idrosfera. Di tempo in tempo, la mia attenzione è sta.tH a. più riprese aUra.t,ta da tali fenomeni. Gli aspetti fondamenta,li che li caratterizzano, sono stat,i da me riassunti in un lavoro del 1963, al quale rimando il lettore {l }. Qui mi preme sottolineare che movimenti delle a,cque (li eccezionale ampiezza, sono sempre legati a. fenomeni di risonanza, che insorgono dura,nte il propagarsi di più o meno vaste perturbazioni della pressione atmosferica, sopra, il bacino idrico sottostant,c. Due sono le principa.Ji condizioni di risonanza: velocit,à di propa,ga,zione della. pert,urbazione a tmosferica. t,cndent,c alla, velocità delle onde libere del mare su cui transita; periodo portante della. variazione di pressione tendente a coincidere con il periodo proprio di un'oscillazione libera del soUoposto bacino. Con la prima causa" p. es., si spiega il formarsi della sessa del golfo di Trieste (e, quindi, dell'oscillazione libera trasversale dell'aIt,o Adria,tico). Ho già t,rattato l'a,rgoment~) in più occasioni. Qui mi ba.sterà richiama,re la formula" che sint,ctizza l'andamento del fenomeno. Se consideriamo un canale chiuso aU'est,remo x '-'= O e indefinitament,e esteso nella direzione delle x positive, si prova che per lo spostamento vertica.Je vale la relazione: l 1 ! F ( txlv) _ ..E... F (t -x/C} I V 2 JC 2 t c dove v è la velocit,à della perturbazione, c quella delle onde libere del mare ed F una funzione qua,lunque dei suoi argomenti. Nel caso del golfo di 'rrieste, il verificarsi dell'oscillazione libera, richiede che la. propagazione deUa causa pert,urbante si effettui da Ovest ad Est, norma,lmente al fondo del golfo stesso n• ,., P . CA J.OI P er {Lna-n Lo ( • un CC I• IU.~ la secon da condizio ne d i risona nza, (>.';1;11. . t ru• ... a. verifiche lllnlUll)li ci. Hi dottu alla sua pi ù sem v li ce 6al)l'CssiollC, la t.eoria, può ri a~sumcr!si ll C!lb ~{1gne nte formula : [" ?II -c-;;-;""'----,.,cos 1.; (x -vt) --, -- . CIII' hn (x -l) + fli ll k(lvt) cos kll~ (x + l >!i dove '1 ra]lp re se n tn lo sl)Ost.a me n to -vel'tica-Ie, Il la v elocità. d i 1I1'tl})ag<1 la terrn, ehe hl, vince sul mare; l'0l)era lenta di quelle forze, che hanno già int.errato la pianUraPfLthna,cont,inua incesSfmte: le sabbie, il fang-o, il limo tmSl)Ortati dai fiumi fino n,lla foce e Sl)inti in mare, ivi si espandono, per depositarsi intine sul fondo, colrrmndone le parti più bn,sse c contribuendo alla formazione di uno strato, dolcemente declina,nte verso l'alto mare, strat.o che, lentfLInente, eleva il fondo stesso. Anche fL prescindere dalle variazioni di spiaggia -accentuate al massimo in eorrispondcnza del Delta padano -, il fondo dell'alto Adriat ico è quindi sot.toposto fL continui cambiamenti per l'apporto di toro bida dei fiumi. P. ef\., l'Adige, a, BOfwa PiHf\ ni (nei pressi della foce), presenta una media portata annuale di t.orbida dell'ordine di 370.000.000 tonno [dedoUa dalle caratteristiche torbiomet.riche medie annue del periodo 1\);)7-1\)63 n]. Se si considera che, nell'alto Adriatico confluiscono l'Ii'lOIlZO, il 'l'f\gliament,o, il Livenzn" il Piave, il Brenta, l'Adige, il Po, il Reno, ... -per non citare che i fiumi principali -ci si rende facilmente conto dell'enorme mole di rm\teriale che incessantement,e affluisce in questo tratt.o di mare; e l'affluenza aHi'lUme sovente proporzioni grandiose, in corrispondenza delle piene, e dello straripamento dei fiumi presso la foce, in particolare del Po. I! t.rasport.o del materiale di torbida interessa, indubbiamentenei suoi Coml)Onent,i l)iù fini -tutto l'alto Adriatico. Cert.o, UIH\ valutazione precisa dell',1,}t,erazione del fondo dell'alto Adria,tieo nel tempo, non è di f,1,dle realizzazione. Necessiterebbe disporre di attendibili carte batimetriehe, relative a campagne di misma frequent,i ed esaurienti. PurtrOl)l)O, questa condizione non è soddisfatta che in modesta miSlmt. Ad ogni modo, l'ordine di gnlolldezzf\ delle varia,zioni più cOflpicue può essere tratto dal confronto di carte batimetriche, relative a, misure opportunamente sCf\glionat,e nel tempo. A questo prOl)osito, la fig. 7 si l'iferiHce al confronto dell'alHhment.o del fondo, efIeU,uat,o in t,l'e dire• zioni diverse, valendomi di cart.e batimetriche del 1867•1873 (8) e del 18\)6 (1\)28) ('). Si not,erà che, in tutti e tre i casi esaminati, la, tendenza del fondo è stata decisament.e verHO il sollevament.o. Quest.o v,1,le ,1,nche
doi:10.4401/ag-5012
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