The Conversations at Curlow Creek (1996) c'è Le Simplegadi
Le Simplegadi, Franca Cavagnoli
1982
Le Simplegadi
unpublished
I: L'articolo ripercorre il cammino da me seguito nel tradurre David Malouf in italiano: dalla difficoltà di seguire lo scrittore australiano nelle sue scelte stilistiche al desiderio di aderire sia ai campi espressivi da lui prediletti sia a quella chiara nota di leggerezza e precisione che caratterizza la sua prosa. Nel versare in italiano i romanzi di Malouf ho sempre cercato di non esercitare alcun impatto negativo sull'ambiente testuale, sottraendomi alla volontà di dominio sul testo
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... e favorendo un dialogo profondo tra chi scrive e chi offre ospitalità nella propria lingua madre. Abstract II: The article retraces the path I followed in my translation of David Malouf's works into Italian: from the difficulty of staying in step with the Australian author's stylistic choices to managing to adhere both to his favourite semantic fields and to that clear note of lightness and precision that characterises his writing. In translating Malouf's novels my aim has always been to avoid exerting any negative impact on the textual environment, never giving in to the will to dominate the other's text and trying instead to encourage an intense dialogue between the writer and the translator, offering hospitality in her mother tongue. Tra le scrittrici e gli scrittori di lingua inglese che nelle loro narrazioni stabiliscono un paradigma transculturale aperto a un incontro autentico tra le creature umane e la terra, un posto di primo piano spetta a David Malouf. Fin dai suoi primi romanzi lo scrittore australiano ha saputo sottrarsi alla volontà di dominio per contribuire a migliorare la relazione dialogica fra i popoli e la loro terra; la sua visione del mondo, dei rapporti tra gli individui e all'interno della società, è improntata a una Franca Cavagnoli. Ecosofia e traduzione: Remembering Babylon di David Malouf. Le Simplegadi, 2013, XII, 13: 43-53. -ISSN 1824-5226 http://all.uniud.it/simplegadi genuina ecosofia. L'opera narrativa di Malouf esplora il conflitto tra nuovo e vecchio mondo, tra Australia ed Europa, tra il Paese in cui si vive oggi e il Paese di un tempo, nonché le condizioni di un esilio psicologico prima ancora che fisico. Malouf ci racconta la storia del suo Paese dal punto di vista di chi nell'isolacontinente è nato e, adottando un atteggiamento tipicamente postcoloniale, ricostruisce con il sussidio dell'immaginazione quanto è andato perduto. La Storia diventa per Malouf, come per molti autori postcoloniali di altre latitudini, "ricerca di appartenenza, dinamica collettiva" (Albertazzi 2001: 119) e nelle sue narrazioni Malouf coniuga leggerezza e precisione nel significato che a queste due parole dà Italo Calvino (Calvino 1988: 16). Anche quando ciò che scrive è ancora vago sulla pagina, non è mai la casualità a guidarlo bensì un'evidente aspirazione a un'ineffabile, poetica levità (Cavagnoli 2010: 111-114). Il tema della traduzione in senso lato è da sempre presente nell'opera di David un motivo ricorrente: quello della cultura europea vista in una luce nuova, trasformata dal fatto di essere stata 'tradotta' in un luogo diverso, l'Australia. In Fly Away Peter (1982), Malouf racconta la storia di un'amicizia maschile, come spesso fa. Uno dei due amici al centro di questo romanzo breve è appena rientrato nel natio Queensland dopo un lungo soggiorno a Cambridge, dove ha compiuto gli studi, e dopo il grand tour che lo ha portato in giro per l'Europa, come era consuetudine per i giovani coloniali all'inizio del secolo scorso. In un pomeriggio inondato di sole, Ashley decide di fare una gita in barca con alcuni amici. Ecco come Malouf descrive le sensazioni del giovane: What he could not know was to how great a degree these trips into the swamp, in something very like a punt, were for Ashley recreations of long, still afternoons on the Cam, but translated here not only to another hemisphere, but back, far back, into some pre-classical, pre-historic, primaeval and haunted world (Malouf 1983: 30). Franca Cavagnoli. Ecosofia e traduzione: Remembering Babylon di David Malouf. Le Simplegadi, 2013, XII, 13: 43-53. -ISSN 1824-5226 http://all.uniud.it/simplegadi popolazioni indigene australiane e un segno di grande rispetto verso l'Altro (Atkinson 2002: 16). Questa partecipazione fortemente empatica delle donne e degli uomini raccolti intorno a Gemmy, la loro sollecitudine e umanità, i loro dubbi e pensieri, sono espressi da Malouf con un ritmo concitato, servendosi di frasi brevi, lievi, con due capoversi rapidi seguiti da uno più lungo. Le immagini e gli interrogativi si susseguono svelti. Il narratore entra ed esce dalla mente dei personaggi senza segnalarlo con le virgolette che introducono il pensato e il parlato. La mia intenzione, nel versare in italiano le parole di Malouf, è stata quella di produrre una traduzione 'ecocompatibile', rispettosa della relazione dialogica fra i popoli e la loro terra, e armoniosa nei confronti della forma stilistica scelta da Malouf per dar voce ai pensieri dei personaggi indigeni: Gli occhi della creatura si spalancarono. Erano di un colore lattiginoso; vuoti, forse ciechi. La folla si fece più vicina. Gli occhi erano fissi su qualcosa. Non su di noi, pensarono. Non su di loro, ma su un altro mondo, o un'altra vita, da cui la creatura, qualunque cosa fosse, vitello marino o spirito, stava ancora riemergendo. Sussultarono, in attesa di assistere a ulteriori trasformazioni. Le palpebre si abbassarono, ebbero un fremito. Ora, pensarono. Sta lasciando l'altra vita. Ci vede. Ora. La bocca si aprì, mostrando una lingua gonfia. Ma non accadde nulla (Malouf 1993b: 32). Modificare il ritmo di questa scena, unendo le frasi in un unico periodo o in una successione di periodi più articolati per facilitarne la lettura, o eliminandone le ellissi, avrebbe avuto delle ricadute notevoli sul ritmo spezzato della prosa di Malouf in questo punto della narrazione. Qui bisogna essere disposti a scommettere che l'intenzione del testo (Eco 2003: 247) sia quella di esprimere la meraviglia degli astanti, e i vari punti di vista degli indigeni stretti intorno al corpo dello sconosciuto, per mezzo di una prosa nervosa, frantumata. Ignorare questo aspetto, distruggendo le frasi brevissime che sulla pagina rappresentano Franca Cavagnoli. Ecosofia e traduzione: Remembering Babylon di David Malouf.
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