«Prospettive della ricerca nel settore dell'estimo operativo»
R. Curto
2019
Negli ultimi anni, si è dato un particolare rilievo alle valutazioni pubbliche, tanto che a queste si devono molte delle aperture della disciplina e dei suoi strumenti Operativi. Nel campo più strettamente estimativo,sièmanifestatoinvcccun rinIiovatointercsseper l'analisi dei mercati immobiliari: si i! posta attenzione agli aspetti previsivi e alle forme in cui lo scambio monetizza le qualità fisicosdilizie, storiche, ambientali, grazie anche all'adeguamento dcgli strumenti operativi (analisi
more »
... lla varianza, regressione, etc.). E inoltre in corso l'adeguamento degli strumenti dell'estimo operativo e delle valutazioni priva te alle nuove problematiche territoriali. I1 profondo cambiamento che ha caratterizzato i processi di urbanizzazione, a partiredalla seconda metà dcgli anni Settanta, avrebbe fatto si chegli interventi edilizi e territoriali, alle diverse scale, si presentino oggi, di per se stessi, più complessi che in passato, proprio perchè legati non più alla crescita ma alla trasformazione dell'esistente. Negli anni 50e 60, infatti, l'estimo operativo era chiamato essenzialmente ad affrontare i problemi della crescita, tanto che la stessa "dipendenza" dell'estimo immobiliare (urbano) da quello agrario può essere ricondotta ad un'eccessiva semplificazione dei processi di urbanizzazione. Si spiega con una crescita definita da interventi che quasi mai raggiungono la scala dcll'isolato. Nel mercato di allora, facilmente permeabile alle imprese marginali (ordinarie), non occorrevano grandi capitali pcrcostruire. Non bisognava far frontca normeedilizie particolari. Bastava acquisire il tcrrcno, richiederne la liccriza edilizia per edificarlo, senza oneri aggiuntivi. Non mancava la manodopcra, mentre la domanda garantita dai processi di inurbamento annullava ogni rischio di impresa: rendeva così quanto mai semplice il calcolo economico, un calcolo che il più delle volte considerava la sola destinazione residenziale. *Prof. Associato nel Dipartimento Casa-Città, Politecnico di Torino
doi:10.13128/aestimum-7282
fatcat:cpj4rs7t3vcjnns6vdyqzxk5pa