Si veda, in particolare, cap. 3 "The Left, the Politics of Citizenship and Shifting Ideas about Naples

Einaudi Torino, Cfr, Tuff Dines, City
1995 Cfr. S. HALL   unpublished
Il sottoproletariato, che vive dedito ogni giorno ad inventare un mestiere, ha una vita precaria ma al tempo stesso "tiene" alla conquista perenne di una sua libertà o indipendenza dal padrone. Egli si reputa, in tal modo, libero come un uccello. E così "disprezza" l'operaio perché -come mi ha detto un compagno -pensa: "Quello si chiude in un carcere tutti i giorni, accetta di essere uno schiavo, di obbedire a un padrone..." [S]enza fabbrica, lui, operaio, è un uomo finito, come mutilato, visto
more » ... che non conosce i mestieri minuti del vicolo, o meglio non ha mai imparato a inventare i "commerci," i piccoli espedienti; non ha risorse, per spiegarci...L'operaio, chiudendosi in fabbrica, somiglia ad un "monaco di clausura," che si taglia fuori dal mondo degli altri, vi rinuncia; e qui rinuncia soprattutto all'aria, al paesaggio, alle regole e ai modi di una saggezza di vita secolare, i cui filosofi sono i "lazzari," come venivano chiamati i sottoproletari 1 Itinerari di ricerca storica, XXVIII -2014, numero 2 (nuova serie) 1 M.A. MACCIOCCHI, Lettere dall'Interno del PCI a Louis Althusser, Milano, Feltrinelli, 1969, pp. 207, 209. 2 Ivi, p. 207. 3 Ivi, pp. 207-208. 78 Nick Dines 4 In verità si è formata, specie negli anni Settanta e Ottanta, una nutrita letteratura politologica e memorialistica sul PCI napoletano sebbene tuttora non esiste una storia di carattere generale. Per studi di politologi e storici sul PCI napoletano si veda P.A. ALLUM, Potere e società a Napoli nel dopoguerra, Torino, Einaudi, 1975; O. CAPPELLI, Governare Napoli. Le sinistre alla prova nella capitale del Mezzogiorno, Bari, De Donato, 1978; G. AYMOT, The Italian Communist Party. The Crisis of the Popular Front Strategy, Londra, Croom Helm, 1981; J. CHUBB, Patronage, Power and Poverty in Southern Italy, Cambridge, Cambridge University Press, 1982. Per quanto riguarda i libri scritti da esponenti "locali" ma di maggiore caratura, cito le principali pubblicazioni: S. CACCIAPUOTI, Storia di un operaio napoletano, Roma, Editori Riuniti, 1972; M. PALER-MO, Memorie di un comunista napoletano, Parma, Guanda, 1975; G. AMENDOLA, Gli anni della Repubblica, Roma, Editori Riuniti, 1976; A. GEREMICCA, Dentro la città. Napoli angoscia e speranza, Napoli, Guida, 1977; M. VALENZI, Sindaco a Napoli, Bari, De Donato, 1978; A. BASSOLI-NO, Mezzogiorno alla Prova. Napoli e il Sud alla Svolta degli anni Ottanta, Bari, De Donato, 1980. L'eterno abietto: le classi popolari napoletane nelle rappresentazioni del PCI 79 5 Pur se non è oggetto di attenzione nella presente analisi, bisogna ricordare che il rapporto tra il PCI napoletano e le classi popolari è stato trattato anche in chiave letteraria. Si veda, in particolare, E. REA, Mistero Napoletano: vita e passione di una comunista negli anni della guerra fredda,
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