ACCURATEZZA DI DIFFERENTI SOGLIE PER L'INDICE DI AVIDITA' ANTI-HIV
C. Galli, V. Bossi, V. Regine, A. Rodella, N. Manca, L. Camoni, B. Suligoi
2006
Microbiologia Medica
Introduzione e obiettivo. Studi recenti mettono in evidenza che il test HPV è utile nel triage delle anomalie squamose di incerto significato (ASCUS) in quanto presenta un'alta sensibilità per la rilevazione delle lesioni di alto grado (HSIL) con diminuzione degli esami di colposcopia e delle visite di follow-up. Scopo di questo studio è quello di valutare se, anche nella nostra casistica di pazienti che presentano ASCUS all'esame citologico, il test HPV ha una sensibilità alta nel rilevare
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... oni di alto grado. Metodologia. In una casistica di 249 donne di età compresa fra i 15 e gli 81 anni con referto citologico di ASCUS al paptest è stata effettuata la ricerca e genotipizzazione dell'HPV con metodica PCR ed impiego degli enzimi di restrizione (ditta Diatech) su prelievo endocervicale eseguito con citologia su strato sottile (Thin-Prep, Cytyc). Nei casi discordanti fra positività alll' HPV e istologia il test è stato eseguito su DNA estratto da biopsia. Risultati. L'infezione da HPV è stata riscontrata nel 31% (77/249) dei casi ASCUS e il 77% (59/77) presentavano HPV ad alto rischio (AR-HPV). All'esame colposcopico i 59 casi con AR-HPV presentavano: 6 metaplasia squamosa, 17 diplasia lieve, 7 dispasia moderata, 5 displasia grave e 24 risultavano negativi alla colposcopia. I casi con HPV a basso rischio (LR-HPV) non presentavano nessun caso di diplasia moderata o grave e 11 erano i casi negativi alla colposcopia. I 172 pazienti HPV negativi all'esame istologico presentavano 4 displasie moderate e nessun caso di diplasia grave. I casi negativi alla colposcopia erano il 79% (110/139). Conclusioni. I risultati riportati indicano un'alta sensibilità del test HPV e il suo inserimento nella gestione degli ASCUS risulta appropriata. Rimane aperta la problematica se tale test possa essere impiegato come alternativo all'attuale politica di ripetere la citologia dopo 6 mesi per le donne con ASCUS. Introduzione e scopo del lavoro. Abbiamo valutato le dina-miche di parametri sierologici quantitativi (HBsAg, IgM anti-HBc) e dell'HBV-DNA in pazienti con epatite cronica B trattati con Adefovir dipivoxil (ADV), in associazione o meno con Lamivudina (LAM), dopo insorgenza di resistenza alla Lamivudina. Pazienti e metodi. Sono stati valutati 27 pazienti (22 maschi, 5 femmine; età media: 53+9 anni) con epatite cronica B HBeAgnegativa e con follow-up medio di 20 mesi (range: 11-26). Campioni di siero basali e ottenuti ogni 2-3 mesi sono stati analizzati per HBsAg (UI/mL) e IgM anti-HBc (S/CO) con i rispettivi metodi automatizzati Abbott Architect e per HBV-DNA (UI/mL) con metodica di amplificazione in "real time" (Artus). Risultati. In base ai livelli di viremia durante il follow-up, 22 pazienti erano responders (R; HBV-DNA <200 UI/mL) e 5 non responders (NR). La maggior percentuale di mancata risposta era presente nei pazienti trattati con solo ADV (67% vs. 5% nei soggetti trattati con ADV+LAM). I livelli basali di ALT e IgM anti-HBc erano più elevati nei R, mentre sia l'HBV-DNA che l'HbsAg erano più elevati nei NR (HBsAg; mediana di 24.392 UI/mL vs. 3.903 UI/mL nei R; p<0.01). Vi era una moderata associazione tra livelli di HBV-DNA e di HBsAg. Nel corso del follow-up l'HBV-DNA calava rapidamente e in maniera assai significativa nei responders (mediana di 98 UI/mL a 6 mesi e di 8 UI/mL a 12 mesi), mentre l'HBsAg mostrava un calo evidente solo nei responders e dopo >18 mesi (mediana: 771 UI/mL). Conclusioni. I marcatori sierologici di HBV forniscono indicazioni complementari alla viremia ed alla determinazione delle ALT nel monitoraggio dei pazienti con epatite cronica B. Le cinetiche di HBsAg e HBV-DNA appaiono differenti, forse a causa dell'ipotizzata relazione tra HBsAg in circolo e cccDNA epatocitario.
doi:10.4081/mm.2006.3232
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