RAPHAËL LIOGIER, La guerre des civilisations n'aura pas lieu. Coexistence et violence au XXIe siècle

GIOVANNI ALBANI
2017
Raphaël LIOGIER, La guerre des civilisations n'aura pas lieu. Coexistence et violence au XXI e siècle, Paris, CNRS Éd., 2016, 238 pp. Attraverso la disamina dei conflitti di quest'epoca, Liogier avanza la tesi, dell'appartenenza delle nostre società ad un'unica civiltà planetaria. Nella prima parte del volume contesta l'assunto dello scontro di civiltà e l'idea dell'opposizione strutturale tra Islam e Occidente. Tale teoria è stata esposta da Samuel Huntington nel libro The clash of
more » ... s and the remaking of the world order del 1996 e contestava la tesi della fine della storia di Fukuyama (The end of history and the last man, 1992). Secondo Huntington la storia non si è compiuta ma continua con il conflitto multisecolare delle civiltà: gli antagonismi che animano il divenire storico sono impossibili da sradicare perché sono incarnati nei diversi valori delle religioni e nelle specifiche singolarità di ogni popolo di cui essi sono causa. Per questo motivo la democrazia liberale e i diritti dell'uomo, in quanto caratteristiche proprie ed esclusive della civiltà occidentale non potrebbero mai essere adottate da popoli non occidentali. L'universalismo e il cosmopolitismo non sarebbero che un'illusione o, peggio, un'ipocrisia volta a giustificare la dominazione economica dell'Occidente sul resto del mondo. Per l'assenza di valori universali comuni il conflitto tra civiltà non è componibile e dunque il divenire storico non è riconducibile ad una prospettiva stadiale dialettica. Liogier, per contestualizzare la teoria di Huntington, riprende il dibattito antropologico sulla civiltà e ricorda che, all'interno della prospettiva evoluzionistica dominante alla fine dell'Ottocento, si affrontarono due concezioni alternative. La prima, l'evoluzionismo lineare di matrice positivista, riconduce ad una ricostruzione progressiva stadiale tripartita (stato primitivo, stato metafisico, stato positivo) ogni storia delle società umane. Tale concezione deterministica della storia dell'uomo, nota il filosofo francese, identificava il termine ultimo dell'evoluzione con le società europee, che erano così assunte a modello universale positivo della modernità. Perciò essa ha fornito agli stati europei una legittimazione morale delle proprie politiche di imperialismo coloniale, che venivano concepite
doi:10.15160/2282-5460/1458 fatcat:xh6n6lprbnbndmhru7ctggjjgu