Profezia e politica in Aldo Capitini [Prophecy and Politics at Aldo Capitini]

Alessandro Lattarulo
unpublished
In this paper, starting with certain assumptions offered by the thought of Aldo Capitini, we will outline a possible interpretation of the deep meaning of the prophet in our society. Capitini, in his effort devoted to rethink the value of the word as a basis for action, draws inspiration from Tolstoj, Gandhi. He rejects the divorce between body and mind that characterizes a great part of philosophical thought in western countries since 15 th century. Despite of that, he theorizes, in the
more » ... al writings and in the pedagogical essays, the duty of radical dissent in our representative democracies, whose panoptical architecture , conceived upon the key-role played by institutions, is a veil obscuring the long way to freedom for the human being. That is why he launches the educational challenge to resilience, not only as a political way to fight the power, but also in the perspective of building an integrated society. Introduzione In questo saggio, partendo da alcuni assunti offerti dal pensiero nonviolento di Aldo Capitini, deline-eremo una possibile interpretazione del senso e del ruolo giocato dal profeta nella nostra società, favorito dalla parola che egli anticipa, nel rapportarsi con il futuro che traccia a grandi linee, senza per questo con-fonderlo risibilmente con l'indovino o il veggente. L'inquieto e sensibile antifascista, il credente fustigatore degli apparti ecclesiastici, l'infaticabile docente universitario, l'ideatore della marcia della Pace Perugia-Assisi, ha riconosciuto nell'educatore (maestro, politico) la più elevata e pura incarnazione del profeta contem-poraneo, e pertanto ritagliato uno spazio inedito alla parola, nella convinzione che la (ri)costruzione delle fondamenta culturali, su innovative basi educative, di una società, sia il presupposto indispensabile per poter giungere a una maturazione tale da disseminare la capacità diffusa di rigettare qualsivoglia confusione tra il ricorso a una parola forte, autorevole, aliena da compromessi al ribasso, e quello a una parola piegata alla violenza, alla distruzione, alla morte. Nel linguaggio, insomma, e in primis in quello poetico, quello
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