Orazio in neo-italiano

Lorenzo Renzi
2019 Italica Belgradensia  
ORAZIO IN NEO-ITALIANO Parole chiave: Orazio, Ode I (Orazio a Mecenate), traduzione. Mettendo in ordine delle vecchie carte, mi è capitato di trovare due pagine A4 dattiloscritte contenenti una mia traduzione datata 6 settembre 1972, della Ode I, libro I, di Orazio a Mecenate, di cui do qui di seguito, quarantasei anni dopo, un'autoedizione. È la seconda volta che lo faccio. La prima volta avevo edito, curato e commentato tre mie piccole traduzioni da Antonio Machado del 1959, di cui mi ero nel
more » ... frattempo totalmente dimenticato. 1 Questa volta invece me ne ricordavo, e mi ricordo anche, almeno all'ingrosso, delle intenzioni che mi avevano spinto al piccolo esperimento: c'entravano due ingredienti molto diversi, le novità formali della poesia della "linea lombarda" (Giorgio Orelli, Luciano Erba, ecc.), di cui avevo letto qualcosa, e forse anche l'inizio dell'interesse per quelli che sarebbero stati chiamati gli ordini marcati delle parole in italiano, 2 quasi * lorenz.renzi@libero.it 1 L. renzi, Machado y yo. Autoedizione: tre piccole traduzioni da Antonio Machado, in «La somma de le cose»: studi in onore di Gianfelice Peron, a cura di Alvise Andreose, Giovanni Borriero, Tobia Zanon, con la collaborazione di Alvaro Barbieri, Padova, Esedra, 2018, pp. 447-457. 2 Non c'erano allora tutti gli studi che ci sono oggi sull'italiano. C'era però, tradotta in italiano, l'opera capitale di C. Bally, Linguistica generale e linguistica francese; introduzione e appendice di Cesare Segre; traduzione di Giovanni Caravaggi, Milano, Il Saggiatore, 1963 che trattava a fondo la frase scissa ("segmentata" nella sua terminologia), e anche C.T. Gossen, Studien zur syntaktischen und stilistischen Hervorhebung in modernen Italienisch, berlin, Akademie-Verlag, 1954, che conoscevo. Nel mio interesse linguistico c'entrava probabilmente anche lo studio rivoluzionario, allora recente, di Tullio De Mauro sull'italiano popolare, ma solo lateralmente, nella misura in cui alcuni tratti del cosiddetto italiano popolare, come hanno riconosciuto presto gli studiosi, sono in realtà condivisi da tutti i parlanti della lingua nel registro parlato quotidiano (T. De Mauro, Per lo studio
doi:10.18485/italbg.2019.ns_zogovic.8 fatcat:sj5bz4ruz5a2nbe7tq6yv5a6fy