Pepi, Luci, Bom… La caméra stylo di Pedro Almodóvar

Anna Masecchia
2017
Cinergie, il cinema e le altre arti Cinergie uscita n°7 marzo 2015 | ISSN 2280-9481 Pepi, Luci, Bom. La caméra stylo di Pedro Almodóvar "Vedo l'arte del romanzo come l'arte libera per eccellenza, libera come la parola umana che permette a chiunque sappia servirsene di raccontare una storia a modo suo, a condizione che abbia una storia interessante in mente" 1 . Se sostituiamo "cinema" a "romanzo", questa rifl essione di George Sand potrebbe essere tranquillamente sottoscritta da Pedro
more » ... autore tanto scandaloso quanto coinvolgente (e a volte consolatorio), capace di coniugare una totale libertà espressiva con una grande capacità di catturare l'interesse e l'identifi cazione empatica dello spettatore. Il suo successo ne è al tempo stesso sintomo e risultato, facendone un regista paradigmatico proprio per l'astuzia con cui ha saputo manipolare i meccanismi dello star system senza esserne ingoiato, mantenendo sempre un riconoscibile marchio autoriale (molto indicativo anche l'ultimo fi lm, Gli amanti passeggeri, Los amantes pasajeros, 2013), nel quale torna alle forme della commedia leggera con sprazzi in perfetto "stile Almodóvar", chiudendo i suoi attori in una specie di teatro d'alta quota). Anche il modo in cui riprende e attraversa i suoi modelli, dal cinema underground newyorkese al grande melodramma hollywoodiano, rivela la disinvoltura creativa di un artista che non considera i generi forme chiuse, codici fi ssi a cui conformarsi, ma dispositivi dell'immaginario con cui esprimere e potenziare la sua personale visione del mondo. È in fondo lo stesso programma, benché declinato in un nuovo contesto culturale, abbozzato da Alexandre Astruc nel suo articolo del 1948, Naissance d'une nouvelle avant-garde: la caméra-stylo: il cinema come strumento di espressione e trascrizione diretta del pensiero; "un mezzo di scrittura altrettanto duttile e sottile del linguaggio scritto"; un'arte strappata alla tirannia dello spettacolo per diventare un "linguaggio, cioè una forma nella quale e con la quale un artista può esprimere il suo pensiero, per quanto astratto possa essere, o tradurre le sue ossessioni esattamente come succede oggi con il saggio o il romanzo". Ma se il cinema -continua Astruc -diventa "un linguaggio che può esprimere qualunque ambito del pensiero", è anche perché l'evoluzione tecnologica (con lo sviluppo del 16 mm, della televisione, degli apparecchi di proiezione domestici) permette la fruizione individuale e in qualche modo anarchica di Fig.1 | Gli amanti passeggeri 7 CINERGIE il cinema e le altre arti CAMÉRA STYLO 122 Cinergie, il cinema e le altre arti Cinergie uscita n°7 marzo 2015 | ISSN 2280-9481 "fi lm scritti su qualunque argomento, in qualunque forma" 2 . È proprio quello che fa Almodóvar con i suoi primissimi fi lm − prevalentemente cortometraggi −, risultato di una sperimentazione che il regista, approdato a Madrid nel 1968, porta avanti girando in Super-8. È così che entra in contatto con gli ambienti underground della Madrid degli anni Settanta (1972)(1973)(1974)(1975)(1976)(1977)(1978), anche se i suoi lavori sono un po' troppo narrativi rispetto a quelli sperimentali allora in circolazione. Queste prime prove venivano mostrate in spazi privati e, poiché prive di sonoro, erano accompagnate da un "doppiaggio" in diretta recitato dal regista stesso, che abbinava alla proiezione la riproduzione di musiche e canzoni. Doveva trattarsi di qualcosa a metà tra l'opera di un imbonitore dei primi fi lm muti, quella di un istrionico interprete di sceneggiate e l'esibizione di un artista pop durante un happening. Queste performance raggiunsero un tale successo da trovare accoglienza, in ultimo, alla Cinemateca di Madrid 3 . Il salto "dall'underground alla Madrid urbana" 4 e allo spettacolo cinematografi co, anche se ancora lontano da una diffusione più commerciale, avviene qualche anno dopo con il suo primo lungometraggio, Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (Pepi, Luci, Bom y otras chicas del montón), girato in 16 mm e proiettato per la prima volta il 27 ottobre del 1980. Anche se il primo soggetto del fi lm nasce da Erezioni generali, un fotoromanzo "molto punk, molto aggressivo, molto sporco e buffo" 5 scritto per la rivista La Víbora di Barcellona, il fi lm è il frutto dell'esperienza maturata a Madrid in un clima effervescente e particolare, a contatto con tutti gli artisti della Movida e con gli attori, tra cui Carmen Maura, della compagnia teatrale Los Goliardos, nella quale il regista recitava. Secondo Vicente Molina Foix, Pepi, Luci, Bom... raccoglie "appunti sparsi di un viaggio nella vita urbana e quotidiana colta nel suo lato selvaggio" 6 . In questo esperimento, Almodóvar intreccia forme espressive del passato e della tradizione spagnola, come la zarzuela e il picaresco, con lo scenario urbano contemporaneo e con media della cultura pop come il fumetto, la musica punk, il fotoromanzo, i rotocalchi e la televisione. Registra, allo stesso tempo, l'imporsi di personaggi della vita madrilena che diventano, progressivamente, star del sistema mediatico: primo fra tutti lui stesso. Ma c'è un'altra fonte che rivela come questo primo fi lm nasca letteralmente da un esperimento di scrittura dell'autore, in questo caso con carta e penna. Una delle sue matrici è infatti un racconto dello stesso Almodóvar uscito a puntate sulla rivista La Luna. Ne è protagonista Patty Diphusa, che scrive in prima persona: "La cosa più diffi cile per una persona come ME, che ha così tanto da dire, è iniziare. Mi chiamo PATTY DIPHUSA e appartengo a quel tipo di donne protagoniste dell'epoca in cui vivono. Il mio mestiere? Sex-symbol internazionale, o stella internazionale del porno, che dir si voglia" 7 . Così si presenta il personaggio. Almodóvar ne parla come di una sorta di suo alter ego, utile a descrivere, distorcendo solo in parte la realtà, un momento così particolare come i primissimi anni Ottanta nel contesto di una Madrid in piena Movida. Patty è una "ragazza con tanta voglia di vivere da non dormire mai, naïf, tenera e grottesca, invidiosa narcisista, amica di tutti e di tutti i piaceri, e sempre disposta a vedere il lato migliore delle cose. Una che a furia di rifl ettere solo sulla superfi cie delle situazioni fi nisce per ottenere il meglio da esse" 8 . Pepi (Carmen Maura) non fa la pornostar. Anzi, un paradosso vuole che sia ancora vergine, ma anche lei non dorme mai e vive intensamente la realtà urbana e moderna del momento. Abita da sola nel suo appartamento a Madrid, ascolta musica punk e legge una gran quantità di fumetti. Un poliziotto (Félix Rotaeta), che vive di fronte, irrompe in casa sua e la ricatta: sesso in cambio della libertà, visto che la ragazza coltiva marijuana. La violenza subita da Pepi innesca una serie di eventi che intessono la trama del fi lm. Una trama ben poco fi tta visto che assistiamo in realtà ad una serie di gag e tranches de vie tenute insieme dalla presenza del personaggio di Pepi 9 . Bom (Olvido Gara, in arte Alaska) è la sua migliore amica ed è leader di un gruppo punk, i Bomitones. Per vendetta, Pepi adesca Luci (Eva Siva), casalinga e moglie del poliziotto che l'ha violentata. Tra Bom e Luci nasce una storia d'amore dai tratti sadomasochistici e le tre ragazze diventano inseparabili. Una sera, però, Luci viene rintracciata e violentemente picchiata dal marito: la sua componente masochistica ha il sopravvento e decide di ritornare con lui, a patto che egli continui a picchiarla furiosamente. Al fi anco di Bom, che dovrà superare
doi:10.6092/issn.2280-9481/6977 fatcat:5b5u6lxplfb7xlr3q43i2rjbau