ANDREA POZZO A MONDOVÌ

Maria Piazzi
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Il volume Andrea Pozzo a Mondovì, a cura di Heinrich W. Pfeiffer, si inserisce fra pubblicazioni relative alla celebrazione del terzo centenario della morte di Andrea Pozzo, straordinario pittore e prospettico gesuita, noto soprattutto per la decorazione della chiesa di Sant'Ignazio a Roma. Il pittore era già stato in anni recenti oggetto di importanti studi, ma la ricorrenza ha dato vita, oltre a questa pubblicazione, al Comitato Nazionale per le celebrazioni del III centenario della morte di
more » ... ndrea Pozzo, a tre convegni e tre mostre. Questo volume è interamente dedicato all'impresa dell'artista nella monregalese chiesa della Missione (già San Francesco Saverio) e presenta molti meriti, come l'organicità e coerenza dei contributi, dovuti allo stesso Pfeiffer, a Walter Canavesio, Silvia Carandini, Marinella Pigozzi e Andrea Spiriti, contributi che hanno permesso l'articolazione del testo in capitoli. Ai saggi seguono i rilievi dell'interno della chiesa e una serie di approfondimenti sui restauri, che forniscono interessanti notizie, oltre che sugli interventi e lo stato di conservazione, anche sulle tecniche esecutive. Tema centrale della pubblicazione, e necessario a una corretta interpretazione dell'operato di Andrea Pozzo, è la sua appartenenza, quale fratello laico, alla Compagnia del Gesù. I membri avevano una precisa e rigorosa missione evangelica e pedagogica, e l'arte del pittore, coerente all'impegno gesuita, ne rappresenta una delle più alte espressioni. Il primo capitolo, dovuto al curatore, L'opera di Mondovì nel quadro della vita e della produzione di Andrea Pozzo, offre una brillante riflessione sulla grandiosa macchina illusionistica della chiesa della Missione in cui gli elementi architettonici, l'altare effimero conservato fino ad oggi e gli affreschi che sfondano le volte e l'abside, si compenetrano in un unico e coerente spazio. Pfeiffer cerca le radici di questa nuova concezione nel Libro dei XXIV filosofi, in cui l'immagine di Dio viene assimilata a uno spazio infinito. Arriva quindi a definire un concetto cardine per la comprensione dell'operato di Pozzo: «la sua pittura prospettica non vuole tanto ingannare, e qui si sbagliano in molti, ma restituire la vera realtà, che è sempre in primo luogo spirituale, anche se è riempita con oggetti materiali. La pittura di Pozzo esprime in senso aristotelico solo la forma e non la materia» (p. 34). Segue il saggio di Walter Canavesio, Il cantiere e l'architettura, che offre una puntuale e dettagliata ricostruzione delle vicende costruttuve e decorative della chiesa, fino al completamento della facciata nel Settecento. Nel terzo capitolo, L'iconografia e il messaggio del San Francesco Saverio, lo stesso Pfeiffer indaga l'iconografia degli affreschi con episodi della vita del santo missionario, interpretando sottilmente il messaggio gesuita messo in scena. Rileva che i due episodi cui è stato concesso maggiore rilievo, l'apoteosi del santo, che libra sulle raffigurazioni dei quattro continenti conosciuti, e il battesimo della regina asiatica Neachile, non solo sottolineano i meriti della Compagnia, ma comunicano l'intento gesuita di creare una cultura globale. Il quarto capitolo, Il gioco fra verità e illusione a Mondovì. Pozzo e la messa in scena dell'architettura, spetta a Marinella Pigozzi che approfondisce alcuni aspetti inediti, come il ruolo di Giuseppe Barbieri, pittore gesuita che coadiuva Pozzo nell'impresa. La studiosa analizza rigorosamente l'architettura dipinta messa in opera, rintracciando le vicende artistiche e i trattati d'architettura che hanno influenzato la geniale visione. Da questo saggio emerge chiaramente la portata innovativa delle soluzioni adottate da Pozzo, il cui fine è ampliare la realtà nello spazio rappresentato, rendendo lo spettatore partecipe della scena, scopo raggiunto con la prospettiva dipinta: «nella quadratura la percezione è
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