Tra Italia e Jugoslavia: la Dalmazia e la difficile applicazione del Trattato di Rapallo
Antonella Fiorio, Università Degli Studi Di Trieste
2021
L'inizio dell'abbandono Alla conferenza della pace di Parigi, un agonizzante teatro europeo provava a ridisegnarsi, ristrutturarsi e rimettersi in piedi. La zona balcanica e danubiana dell'Europa era quella che maggiormente mostrava elementi di tensione, dopo la frantumazione degli imperi che sino ad allora l'avevano governata e la latente minaccia della Germania e della Russia bolscevica. La nascita di nuovi Stati e gli ingrandimenti territoriali avevano posto all'attenzione della diplomazia
more »
... terna-zionale, riunita a Versailles, problemi di carattere sociale oltre che politico-economico. Di urgente definizione era, in proposito, la gestione e la tutela delle minoranze: in un clima di generale irrigidimento dei criteri di nazionalità e di aspirazioni irredentistiche, manifestazioni di violenza e intolleranza rendevano difficile la convivenza di culture diverse, soprattutto nei territori contesi e di confine, come quelli tra il regno d'Italia e il nuovo regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Con il trattato di Rapallo si tentò di risanare la profonda faglia apertasi tra i due Stati all'indomani della guerra, ma la sua forzata applicazione generò nuovi contenziosi, nuovi turbamenti e nuovi malesseri, soprattutto tra gli abitanti di quella porzione critica di territorio che fu la costa dalmata, dove l'elemento italiano e quelli serbo e croato erano profondamente legati. La mattina del 12 novembre 1920 le delegazioni di Italia e regno SHS si erano riunite per la seduta conclusiva dei negoziati che dovevano porre fine al contenzioso territoriale tra i due Stati 1 . Il trattato di Rapallo, esito di cinque lunghe giornate di colloqui tra i plenipotenziari Giovanni Giolitti, Carlo Sforza, Ivanoe Bonomi, Ante Trumbić, Milenko Vesnić, Košta Stojanović, fu in realtà la conclusione di un articolato percorso di trattative e incontri bilaterali iniziato durante la conferenza della pace di Parigi 2 . Quella che sin da subito era emersa come "questione adriatica" comprendeva, al suo interno, problemi di complessa risoluzione sia dal punto di vista territoriale e di predominio sull'area che sociale ed economico, di gestione delle comunità stanziate lungo il profilo orientale dell'Adriatico 3 . La Dalmazia, oggetto principale delle rivendicazioni italiane e jugoslave, quella mattina di novembre venne alla fine attribuita in gran parte al regno SHS e l'Italia vi rinunciò per ottenere la sovranità su Zara, Cherso, Lussino, Lagosta, Pelagosa, il controllo di tutta la Venezia Giulia fino al monte Maggiore e al Nevoso con Fiume Stato 1 A. Giannini, Documenti per la storia dei rapporti fra l'Italia e la Jugoslavia, Istituto per L'Europa Orientale, Roma 1934; I.J. Lederer, La Jugoslavia dalla conferenza della pace al trattato di Rapallo 1919-1920, Il Saggiatore, Milano 1966; A. Brogi, Il trattato di Rapallo del 1920 e la politica danubiano balcanica di Carlo Sforza, in «Storia delle relazioni internazionali», n. 1, 1989, pp. 4-46; E. Goldstein, Gli accordi di pace dopo la Grande Guerra (1919Guerra ( -1925, il Mulino, Bologna 2005; L. Monzali, Gli italiani di Dalmazia e le relazioni italo-jugoslave nel Novecento, Marsilio, Venezia 2015.
doi:10.13137/0393-6082/32190
fatcat:igu66xjghrggrjbd7zqvnhm7ku