Complessità politica e complessità sociale (ma non solo)

Gianfranco Bettin Lattes
2021
La rivisitazione del saggio di Vittoria Cuturi, che le sue allieve ci propongono con un'intuizione felice, stimola una riflessione davvero touching, per molti motivi. Prima di tutto perché evidenzia uno stile scientifico, un modo di fare sociologia politica istruttivo e tuttora paradigmatico. Mi soffermerò su un frammento di natura teorica che ha che vedere con un concetto richiamato nella seconda parte del titolo del saggio ma che rappresenta uno snodo cruciale: ovvero il concetto di
more » ... à, considerato nella sua relazione con la politica e dunque anche con la leadership che dell'agire politico è variabile imprescindibile e determinante. Il linguaggio sociologico adotta sia concetti che durano nel tempo, perché la loro capacità euristica regge a fronte delle dinamiche di mutamento sociale, sia concetti il cui grado di obsolescenza analitica è piuttosto rapido. Lungo il corso degli Anni Ottanta lo studio del mutamento si è avvalso largamente della categoria della complessità, senza però tentarne una definizione convincente. Chi ama storicizzare i riferimenti bibliografici troverà immersi in questo mainstream insieme a Vittoria Cuturi, studiosi come Giovan Francesco Lanzara, Francesco Pardi, Gian Enrico Rusconi, Gianfranco Pasquino, Luciano Gallino, Loredana Sciolla. I più, in parte o in toto, debitori nei confronti di una riflessione di Niklas Luhmann, Macht (tr.it. Potere e complessità sociale) pubblicato nel 1975. Complessità è un termine dalla semantica incerta e problematica. Tutti riconducono la complessità alla modernizzazione ed ai suoi effetti di crisi. Gli autori, che la percepiscono come un processo strutturale da interpretare e da gestire, indicano nella leadership la risorsa chiave per affrontare le sfide che la complessità propone. Il titolare di leadership, indipendentemente dalla collocazione istituzionale, tende a valutare 'complessa' una società allorché constata che essa reagisce in modo imprevedibile, ponendosi al di fuori di ogni possibilità di controllo e di governo. In altri termini la complessità scaturisce da un deficit di potere che vede una forte asimmetria tra le risorse di governo disponibili e le dinamiche sociali che generano sia processi di trasformazione sistemica sia un insieme di domande sociali pressanti che mettono in crisi un ordine politico. Nella contemporaneità è piuttosto evidente che il concetto di complessità sociale è una categoria carica di potenziale analitico ma velleitaria nella sua indeterminatezza. Si tratta dunque di un concetto "provvisorio" che riflette la transizione politico-sociale etichettata come modernità; un concetto forse utile per stimolare la ricerca ma
doi:10.13128/smp-12645 fatcat:tgjgebskizabvjdulj4zt6az74