Una memoria del mondo bipolare: il teatro yiddish di Moni Ovadia al terzo millennio. La bella utopia. Lavoratori di tutto il mondo ridete

Ilona Fried
2014 Narrativa  
Ed eccoci così sul finire della Guerra Civile, siamo alla fine del 1921, il Partito Comunista bolscevico annuncia che, in una piccola cittadina della Bielorussia, verranno distribuite gratuitamente a tutta la popolazione delle arance. Riuscite a pensare cosa potesse voler dire "arance" per quella povera gente martoriata dalla pellagra e dallo scorbuto? Immaginatevi una grande massa di ombre smunte, in fila dalle quattro di mattina, nell'alba gelida di quelle terre, che aspettano pazienti. In un
more » ... chiosco, un compagno burocrate è preposto alla distribuzione. Lo si intravede armeggiare tra pile di scartoffie. Dopo un'ora il compagno alza la saracinescca, e annuncia: "Cittadini e compagni, le arance sono meno del previsto, quindi non verranno distribuite agli ebrei!". Silenziosamente un gruppo di vecchi ebrei ortodossi, con le barbe striate di brina e di ghiaccioli, si allontana con rassegnazione ciondolando e mormorando antiche preghiere mosaiche: da tempo sono abituati alle discriminazioni. Rimangono i cittadini non ebrei. Man mano che la storia va avanti, vengono selezionati i gruppi più scelti e più rispettati che continuano a soffrire il freddo in attesa delle arancie, alla fine: Rimane lo sparuto gruppo dei mutilati: chi senza un occhio, chi senza una gamba o senza braccia, i volti solcati da profonde cicatrici... Con una disciplina esemplare, sopportano i morsi del gelo. Appare dopo un'ora la faccia di gomma senza lineamenti del compagno burocrate che, sporgendosi dalla finestrella del chiosco, fa loro cenno di avvicinarsi. Con una pena terribile questi eroi superdecorati si avvicinano, dolgono loro anche le giunture degli arti che non hanno più. E quando sono vicini, il compagno burocrate dice loro: "Compagni! Voi siete gente di provata fede, a voi lo posso dire: di arance non ce ne sono proprio!". Con una dignità che non sappiamo neppure immaginare, gli eroici mutilati bolscevichi si allontanano dopo cinque ore di vana attesa, in un commovente silenzio. Una memoria del mondo bipolare: il teatro yiddish di Moni Ovadia al terzo millennio. La bella utopia. Lavoratori di tutto il mondo ridete
doi:10.4000/narrativa.1168 fatcat:tyitgl427bbjzdd4lowltx6bqm