MIELE: QUALITÀ E RESIDUI DI ANTIBIOTICI
Stefan Bogdanov, Peter Fluri
unpublished
Fino a qualche tempo fa il miele svizzero era notoriamente esente da residui di antibiotici. Le recenti ricerche dei laboratori cantonali hanno smontato la sua buona reputazione: a quanto pare, si tratta di residui alquanto diffusi. Tutto sembra indicare che alcuni apicoltori ricorrono illegalmente ad antibiotici per il trattamento delle colonie d'api, sottraendosi così all'imperativo della qualità nella produzione di miele e arrecando danno all'immagine dell'intera categoria. Antibiotici:
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... ti nella lotta alle malattie delle api Tra le epizoozie che colpiscono le colonie, la peggiore è la peste americana, causata da un batterio sporifero, il Paenibacillus larvae. Le spore sono estremamente resistenti e, nelle colonie d'api, nei favi e in altri materiali, sono in grado di veicolare l'infezione anche a decenni di distanza. Per tale motivo, lo Stato prescrive misure di lotta molto rigorose (ordinanza sulle epizoozie e direttive emanate dal Centro di ricerche apicole, v. riquadro): bruciare le colonie colpite, disinfettare o distruggere il materiale infetto dell'apiario contagiato, nonché controllare e sorvegliare gli apiari vicini (sequestro degli apiari). A livello cantonale è previsto un indennizzo per gli apicoltori che distruggono le colonie infestate. L'impiego di antibiotici è proibito a livello sia di prevenzione che di lotta alla peste americana. Un divieto valido per tutte le malattie delle api, comprese quindi anche la peste europea e la nosemiasi apiare. Uso di antibiotici: già permesso in passato, ma con scarsi risultati Negli anni Trenta anche gli apicoltori del nostro Paese riposero grandi speranze nei nuovi rimedi per la lotta alle malattie infettive, in particolare per combattere la peste americana. In un primo tempo si utilizzarono gli antibiotici del gruppo dei sulfamidici cui, in seguito, si aggiunsero la streptomicina, la penicillina e la terramicina. Non ci volle comunque molto per comprendere che gli antibiotici non riescono ad eradicare la peste americana: si limitano ad uccidere le forme vegetative dei batteri. Le spore sono indenni agli antibiotici e sono in grado di riaccendere il focolaio di infezione non appena il trattamento viene sospeso. Inoltre, già allora furono riscontrati residui nel miele e si notò lo sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici (Wille, 1967). La situazione attuale ripropone d'attualità i fantasmi d'un tempo. Negli Stati Uniti e in Argentina sono stati isolati (Mussen, 2000; Alippi, 2000) agenti patogeni della peste americana divenuti resistenti alla terramicina (principio attivo tetraciclina). Per tali ragioni, oggi in Svizzera e nell'UE vige il divieto di utilizzare antibiotici nella lotta alla peste americana. Diversa la situazione nell'America settentrionale e nei principali Paesi esportatori di miele dell'America centrale e meridionale, in cui spesso e volentieri gli antibiotici trovano impiego a livello di prevenzione e lotta alla peste americana.
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