RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA E PSICOLOGIA The Phantasmatic "I". On Imagination-based Uses of the First-person Pronoun across Fiction and Non-fiction
Nevia Dolcini
2016
unpublished
█ Abstract Traditional accounts regard the first-person pronoun as a special token-reflexive indexical whose referent, the utterer, is identified by the linguistic rule expressed by the term plus the context of utterance. This view falls short in accounting for all the I-uses in narrative practices, a domain broader than fiction including storytelling, pretense, direct speech reports, delayed communication, the historical present, and any other linguistic act in which the referent of the
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... al is not perceptually accessible to the receiver. I propose a model for the reference of "I" based on the distinction between three functions carried out by indexicals in communication , namely, the anaphoric, perceptual, and phantasmatic functions. The referential mechanism of the phan-tasmatic "I", that is, the "I" used in phantasmatic function, is understood as an instance of imagination-oriented pointing exploiting the phantasmatic context, and not the perceptual context relevant in perceptual uses of in-dexicals. The rule for "I" is revised in light of the perceptual vs. phantasmatic deixis distinction; the resulting rule governing the reference of the phantasmatic "I" allows for a homogeneous treatment of 'I'-tokens in narrative practices spanning the spectrum from fiction to non-fiction. █ Riassunto L'io fantasmatico. Sull'uso immaginativo del pronome di prima persona tra finzione e realtà-Tradi-zionalmente "io" viene trattato come un indicale token-riflessivo speciale il cui referente, il produttore dell'occorrenza, è identificato attraverso la sola regola linguistica e il contesto di proferimento. Questo approc-cio, tuttavia, non riesce a rendere conto di quei casi in cui "io" appare all'interno di pratiche di narrazione, un dominio più ampio della finzione e che include lo storytelling, i racconti in discorso diretto e indiretto, la comu-nicazione differita, il presente storico e ogni altro atto linguistico in cui il referente indicale non è percettiva-mente accessibile al ricevente. Il modello per il riferimento di "io" qui proposto si basa sulla distinzione tra tre funzioni svolte dagli indicali nella comunicazione: la funzione anaforica, la funzione percettiva, e la funzione fantasmatica. Il meccanismo referenziale dell'io fantasmatico, ovvero del pronome di prima persona usato in funzione fantasmatica, è inteso come una istanza di deissi (o pointing) orientata dall'immaginazione che sfrutta il contesto fantasmatico, piuttosto che il contesto percettivo rilevante negli usi percettivi degli indicali. La regola per "io" è riformulata alla luce della distinzione tra deissi fantasmatica e deissi percettiva; la risultante regola per il riferimento indicale dell'io fantasmatico permette un trattamento omogeneo delle occorrenze di "io" nelle pratiche di narrazione che pertengono indistintamente alla finzione e alla realtà.
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