Quijote. La terra desolata di Mimmo Paladino

Marialaura Simeone
2017
ISSN 2280 9481 Camera Stylo Quijote. La terra desolata di Mimmo Paladino Nel dicembre del 2005, in occasione dell'apertura al pubblico dei nuovi ambienti espositivi del Museo di Capodimonte, Mimmo Paladino, noto esponente della "Transavanguardia", viene invitato ad allestire una mostra sulla figura di Don Chisciotte. Quijote -questo il titolo della mostra (16 dicembre 2005-6 febbraio 2006) -consta di una grande installazione, quindici tra bronzi e dipinti, quaranta acquarelli, un libro
more » ... realizzato da Editalia e un film di circa 40 minuti 1 . Marco Müller, allora direttore artistico della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, colpito dal primo esperimento filmico dell'artista, lo invita a realizzarne una versione più lunga da proporre alla 63ª edizione del Festival. Il Quijote viene, quindi, presentato nella versione di 75 minuti all'interno della sezione "Orizzonti". Nonostante il discreto successo ottenuto al Festival, il film è stato distribuito nelle sale soltanto sei anni dopo, il 23 marzo del 2012 1 . Il ritardo nella distribuzione è, forse, uno dei motivi per cui non è nato un dibattito attorno al film e non esiste ad oggi una bibliografia critica, esclusi pochi interventi sul web, di cui solo uno valutabile ad un livello più che amatoriale (http://www.uzak.it/lo-stato-delle-cose/290-quijote.html). Eppure l'universo citazionista ricreato al suo interno da Paladino, abbracciando congiuntamente gli ambiti artistico, letterario, cinematografico, avrebbe potuto ravvivare il dibattito sul rapporto tra arti figurative e nuovi media, che fino al decennio precedente ha goduto di particolare attenzione 2 . L'operazione di Mimmo Paladino, interessato ad esplorare le possibilità del mezzo cinematografico, si introduce a metà strada tra il "cinema d'avanguardia", lontanto dalle logiche di mercato del cinema commerciale, e il "cinema d'artista" 3 . Non a caso anche quando cita consapevolmente altri film li sceglie all'interno di un cinema autoriale: evidenti sono i richiami a Il settimo sigillo (Det sjunde inseglet, 1957) di Ingmar Bergman e al Che cosa sono le nuvole? (episodio del film collettivo Capriccio all'italiana, 1967) di Pier Paolo Pasolini. Il modello principale che Paladino intende seguire è, però, quello di Andrej Tarkvoskij e del cinema come "scultura di luce" 4 . Con l'aiuto di Cesare Accetta, già lighting designer per l'illuminazione delle sue opere artistiche in musei e gallerie e per le scenografie di spettacoli teatrali, Paladino gira il film con la
doi:10.6092/issn.2280-9481/7421 fatcat:5yc7dfujebbyvbuygys5zxtomm