Di un inedito poema sincrono sull' assedio di Lucca dell' anno 1430

VITTORIO FINZI.
1896 Zeitschrift für Romanische Philologie  
Di im inedito poema sincrono sulT assedio di Lucca delT anno 1430. U poema, ehe mi propongo ora di dare in luce, έ tratto dal ms. lucchese 942 (dei mss. di Bernardino Baroni 5 L.), sec. XVIII, di cc. 14 non numerate (il versa della c. 13 e la c. 14 sono bianchi) di cm. 37)(25. II poemetto έ cos! descritto nel catalogo dei mss. Amedeo Pellegrini in uno Studio di prossima pubblicazione) fu Alessandro Streghi, rammentato dal Lucchesini a pag. 130 vol e . 1° della sua Sioria letteraria. Dopo la
more » ... aca segue: "Za guerra dei Fiorentini et assedio della citt di Lucca e sua liberazione fatta da Niccolb Piccinino descriiia in ottava rima da anommo". II ms. e tutto di pugno di B. Baroni, ehe al poema ha preposta la seguente annotazione: "Notisi ehe il P. Marco Grossi l in alcune sue memorie dei fatti di Lucca 2 ha creduto ehe di questa [descrizione in ottava rima] ne sia autore Lorenzo Trenta·* e con questo nome ne ha riportate varie ottave in dette sue Memorie; ma cio non puo stare, mentre Γ Autore anonimo pare ehe sia sincrono e la copia ms. ehe tengo sotto gli occhi έ di scrittura molto pi antica ehe non e Γ eta di Lorerizo Trenta, qu le fioriva ancora dopo il 1580; ha bensi scritto pur esso l a presente Guerra, et έ in Prosa ricavata in buona parte da questo Autore Anonimo". Nella mia edizione delP anonimo poema (dei qu le quattro strofe, οίου la 4*, la 5 a , la 6 a e la 7* dei II Canto furono recentemente date in luce nella citata opera di F. Muciaccia ed A. Pelle-1 II P. Marco Grossi, dei Chierici Regolari della Madre di Dio, nato in Lucca nel 1594» ed entrato in quella Coogregazione il 22 ottobre 1612, mori nella sua citt natale il 6 agosto 1669 (cfr. Sarteschi, De scriptoribus Congregationis Clericorum Regularium Matris Dei, Romae, 1753, p. H9 e seg'.). Di lui fa pure menzione il Lucchesini, Della storia letteraria dei ducato lucchese, Lucca, 1831, p. 14 e 112, porgendone alcuni cenni bibliografici. 2 Sono contenute nel ms. miscellaneo lucchese 1902 intitolato: "Noti e storiche appartenenti alla citt di Lucca raccolte dal P. Marco Grosn". 8 A tal proposito, veggansi pi oltre le mie considerazioni intorno all'autore dei poema, nonche Muciaccia e Pellegrini, Documenti inediti relativi alla caduta di Paolo Guinigi Signore di Lucca (Studi storici, III, 229 eseg., Pisa, 1894). Brought to you by | University of Californ Authenticated Download Date | 6/1/15 8:17 PM Brought to you by | University of Californ Authenticated Download Date | 6/1/15 8:17 PM DI UN INEDITO POEMA SINCRONO. 221 del poema dalle parole: "Dalle Rime di Lorenzo Trenta"; ma evidentemente egli non puo alludere a Lorenzo di Vincenzo di Galgano Trenta, poiche noto, per quanto ne dicono il Baroni al luogo sopra riferito ed il Lucchesini, 1 ehe esso viveva ancora dopo il 1580, mentre lo stesso poeta dice di cominciare la sua storia a' 24 di luglio dell' a. 1430.2 In ogni caso, pure ammettendo ehe un Lorenzo Trenta abbia dettato il poema, non sarebbe irragionevole l' ipotesi, ehe esso possa identificarsi con quel Lorenzo Trenta, di cui fa menzione il Sercambi in due passi delle sue cronache, 3 e dei quali riportero qui il piü notevole: "Ai quali per 10 dicto magnifico signore [Paulo Guinigi] fu fatto honorevole cena a tucti quelli imbasciatori [cioe agli ambasciatori mandati a Lucca dalla comunitä di Firenze, i quali giunsero in quella cittä (cfr. cap. 358) adl 7 novembre 1422] e a' loro compagni. Alla quäle cena fu messer Bactista da Campo Frevoso con esser a quella cena il consiglio del dicto signor Paulo, cio fu: Johanni ser Cambi, Baldassari Guinigii, Lorenzo Trenta ...". Infatti, poiche autore del poema, come egli stesso afferma, era in ottime relazioni d' amicizia colla famiglia Guinigi, della quäle in piii luoghi del suo componimento deplora la sorte infelice, la perdita, cio£, del potere e degli averi, ed il bando dalla patria, sembrami non improbabile ehe al commensale di Paolo Guinigi e di Giovanni Sercambi debbasi attribuire la paternita del poema. " della cultura sua [di Paolo Guinigi] ci da buona congettura 11 sapere -scrive il Bongi -come i suoi piü accosti cortigiani fossero appunto i piü letterati del paese, cioe Nulla, per verita, il Bongi ne dice di Lorenzo Trenta; ma non sarebbe egli verosimile, ehe di codesta eletta schiera di letterati facesse parte anche il poeta? Checche ne sia di cio, poiche mancano i documenti, dai quali si possa argomentare in senso favorevole o contrario alla mia tesi, nulla ini possibile aflfermare in proposito. Volendo infine accennare ai pregi letterari del poemetto, diro ehe a me paiono notevoli (n£ trascurai di segnalarli con osservazioni critiche e filologiche), sia ehe il componimento si eonsideri rispetto alla lingua sia ehe si riguardi dal lato dello Stile. Vero e, ehe bene spesso le leggi metriche vi sono apertamente violate. Ma ehe percio? Forse non sempre codesti vizi sono imputabili all' autore, si piuttosto ai trascrittori. E del resto, 1 Lucchesini, op. cit., Hb. V, cap. V, p. 195. a Cfr. C. I, st. 3. 8 Sercambi, Le croniche pubblicate sui manoscritti originale a cura di Salvatore Bongi, III, 316-17, cap. 359, lib. II. II Trenta e pure ricordato dal Sercambi nel cap. 382, lib. II della sua Cronaca (cfr. III, 345), 4 Bongi, Di Paolo Guinigi e delle sue ricchezze, discorso colla giunta di documenti, Lucca, Benedini-Guidotti, 1871, p. 23. Brought to you by | University of Californ Authenticated Download Date | 6/1/15 8:17 PM <f arte, miro verosimilmente, storico coscienzioso, a rappresentarci, come in uno specchio, riflessa nel suo scritto imagine delle condizioni infelici in cui versava Lucca durante l'assedio del 1430, traendone cosl occasione per magnificare le gesta gloriose del Piccinino, ehe avea rivendicata a liberta la sua patria, non si potra non riconoscere opportuno il rendere di pubblica ragione opera di chi fu, come non e improbabile, tanta parte degli awenimenti presi a descrivere. [c. i r ] LA GÜERRA DE' FIORENTINI, ET ASSEDIO DELLA CITTA DI LüCCA E SÜA LIBERAZIONE FATTA DA NICCOLO PICCININO DESCRITTA IN OTTAVA RIMA DA AÜTORE ANONIMO. Canto I i Alta Reina del Mondo sostegno, Di noi speranza perfetta, Fönte e Fede, Tu fa della tua gratia ciascuno degno, Et sarä beato qualunque ti crede. Deh prega il tuo Figliuol, ehe in suo Regno Alcuna volta, quando teco siede, Che assottigli alquanto mia memoria, Accio ehe io possa seguitar la Storia, 2 La quäle fia questa. Madre gloriosa, Con la tua gratia la voglio cominciare; Ma se non m' insegni, Vergine amorosa, Nessuna rima non saprei trovare: Tu sola sei ove ogni ben si posa. Donami gratia di far questo Cantare Con rime leggiadre, e sien perfette, Che tutta gente dica: bene stette. 3 Et nel tuo nome a i ventiquattro giorni Di Luglio la comincio, Madre Santa. Ora donami gratia, ehe io ritorni A dir 1 la bella storia tutta quanta Del Nobil Conte 2 et de' Baroni adorni Et di sua Baronia, ch' ae seco tanta, Et come egli prudente, et saputo, Et quel ehe egli promisse ae attenuto. 4 Nel mille quattrocento anni e trenta Di Luglio a ventiquattro dl del Mese 1 II ms. dire. 8 Del conte Francesco Sforza. Brought to you by | University of Califor Authenticated Download Date | 6/1/15 8:17 PM
doi:10.1515/zrph.1896.20.2.219 fatcat:vrovy3liebea3etmb7is2v4qtu