La qualità del trattamento nei discorsi entro il contesto carcerario
Gian Turchi, Simona Fanelli, Francesco Andreolli, Mariarosa Lamanna, Martina Sarasin, Luisa Zani
unpublished
According to the 'narrativistic paradigm' assumptions, which consider reality as "generated by discursive practices which tell about it" (Turchi, 2002), the objective of the present work is to describe how the "quality" reality of the services offered inside italian prisons is discursively constructed by the actors of the prison context. In order to get this objective, the research uses protocols with open and close questions submitted to the investigation group, constituted of 539 operators,
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... 5 imprisoned foreign persons and 563 imprisoned italian persons. Coherently with the theoretical and epistemological assumptions, text analysis results the strategy that allows the individuation of different reality configurations, starting from discursive practices produced in a particular context. Text analysis of the answers through SPAD-T software allows to point out the discursive repertoires generating "quality" reality, that, according to the theoretical and epistemological framework, assumes a meaning referring to implicit and explicit theories used by the three investigation groups. The results show, in general, how there isn't a shared definition of the criteria used to evaluate the "quality" of the services offered inside italian prisons, but every group uses specific discursive practices that configures three different "quality" reality. In particular, referring to the operators, the individuated criteria for the "quality" reality definition inside the prison context are generated by personal theories rather than by operational definition of the objectives. So, since quality criteria are not shared but they are based on personal objectives, the intervention evaluation about the offered quality is impracticable, and so a comparison between interventions into different italian prisons it's not possible. Riassunto In accordo con gli assunti del paradigma narrativistico, secondo cui "la realtà è generata dai processi discorsivi che la nominano in quanto tale" (Turchi, 2002), il presente contributo si pone l'obiettivo di descrivere come la realtà "qualità" dei servizi offerti negli Istituti di Pena italiani venga costruita discorsivamente dai differenti attori del contesto carcerario. A questo scopo è stato costruito un protocollo a domande aperte somministrato ad un gruppo oggetto d'indagine costituito da 539 operatori, 635 persone detenute straniere e 563 persone detenute italiane. Coerentemente con gli assunti teorico-epistemologici adottati, l'analisi del testo risulta essere la strategia di elezione in quanto consente di individuare "differenti" configurazioni di realtà a partire dalle pratiche discorsive prodotte entro un certo contesto. Analizzare il testo ottenuto in risposta alle domande attraverso l'ausilio del pacchetto statistico SPAD-T, consente, quindi, di rilevare i repertori discorsivi attraverso i quali viene generata la realtà "qualità" che, in accordo con gli assunti teorico-epistemologici adottati, viene ad assumere significato in rapporto alle teorie (implicite ed esplicite) di riferimento utilizzate da ciascun gruppo di rispondenti. Dai risultati emerge, in generale, come non vi sia una definizione condivisa dei criteri in base ai quali valutare la "qualità" dei servizi offerti negli Istituti di Pena, ma ogni gruppo utilizzi pratiche discorsive peculiari che configurano tre diverse realtà "qualità". In particolare, in riferimento agli operatori, è possibile rilevare come i criteri individuati per la definizione della realtà "qualità" entro il contesto penitenziario, si generino a partire da teorie personali piuttosto che da obiettivi operativamente definiti. Pertanto, poiché i criteri di qualità non sono condivisi ma si basano su considerazioni personali, si rende impraticabile la valutazione dei singoli interventi in
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