Recensione a

Gianni Gardin, Marco Minoja, Marco Giuman
2018 Layers   unpublished
«Mi sono convinto che una foto-grafia cambia lo stato d'animo di chi la guarda, ma non abbastanza per cambiare le cose. Una buona fotografia non migliora il mondo, dice Ferdinando Scianna, ma una cattiva fotografia lo peggiora». Gianni Berengo Gardin Può capitare, a volte, di esagerare un po' quando si presenta qualcuno che si ama per il suo lavoro, ma nel caso di Gianni Berengo Gardin questo rischio non sussiste. Di fronte ad un maestro che ha esposto i propri progetti fotografici al MoMa di
more » ... w York, alla George Eastman House di Rochester, alla Biblithèque Nationale de France, agli Incontri Fotografici Internazionali di Arles (e qui mi fermo per meri motivi di spazio) l'eventualità di cadere nella fin troppo facile trappola dell'apologia è un'ipotesi che mi sembra oggettivamente imprati-cabile. Anche per chi, come me, frequenta le sue fotografie da più di trent'anni. Nato da una felice intuizione di Marco Edoardo Minoja, il progetto "Architetture di pietra. Fotografie della Sardegna nuragica" ha il merito straordinario di avere riportato Gianni Be-rengo Gardin e le sue inseparabili Leica in terra sarda, sulle orme di un precedente reportage a lui commissionato dal comune di Milano in occasione di una mostra, "Sardegna preistorica. Nuraghi a Milano", tenutasi nel capoluogo lombardo nell'ormai lontano 1985. In realtà, il rapporto tra Berengo Gardin e la Sardegna è ben più antico e solido, dal momento che già sul finire degli anni '60 il maestro milanese aveva realizzato una serie di importanti servizi fotografici per i prestigiosi volumi del Touring Club Italiano. Quello di Berengo Gardin è dunque un ritorno sull'isola; e come ogni ritorno-Ulisse insegna-un confronto in primis con se stessi e con il proprio vissuto.
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