Quando Conan Doyle indaga: il centenario del caso Edalji tra realtà e finzione

Roberta Mullini
2008 Linguae &. Rivista di Lingue e Culture Moderne  
Quando Conan Doyle indaga: il centenario del caso Edalji tra realtà e finzione roberta.mullini@uniurb.it 1. I FATTI Se si inserisce sul sito di Google il nome "George Edalji" si scopre che vi sono moltissimi riferimenti: direi che oggi (2007) ciò deriva dal fatto che due anni fa uscì il romanzo Arthur & George del famoso scrittore inglese Julian Barnes, una ricostruzione romanzata degli avvenimenti che misero in contatto Arthur Conan Doyle con le vicende di questo sconosciuto signore di origine
more » ... Parsi. Prima, infatti, ritengo che George Edalji fosse noto solo ai biografi di Doyle, ai lettori di tali biografie e a coloro che si interessano della storia giudiziaria inglese del primo Novecento, mentre penso che ben poco ne sapessero gli appassionati di Sherlock Holmes. Nel 1903, dopo un processo giudicato, a posteriori, poco corretto e che aveva usato prove inaccettabili e tendenziose, George Edalji -giovane legale, figlio di un pastore anglicano di origine Parsi abitante a Great Wyrley nella regione del South Staffordshire, poco lontano da Birmingham, e di una donna scozzese -fu condannato a sette anni di prigione in quanto ritenuto colpevole di aver mutilato e ucciso un cavallo e di aver scritto una lunga serie di lettere anonime. Suscitate dalle rimostranze della famiglia, presto iniziarono campagne in difesa dell'imputato, tanto che -senza alcuna spiegazione -Edalji fu liberato alla fine del 1906. Doyle venne a conoscenza del caso dalla stampa che ne dibatté a lungo (a favore e contro), tanto che all'inizio di gennaio del 1907 i due si incontrarono. Doyle da subito, secondo quanto scrisse nella autobiografia e soprattutto in un famoso articolo apparso sul Daily Telegraph poco dopo in quell'anno, riconobbe in Edalji un esempio di "miscarriage of justice" (Doyle 1985: 36), vale a dire che lo ritenne da subito innocente. Al solo primo sguardo, infatti, Doyle notò la grave miopia e l'astigmatismo di George, difetti che gli rendevano sicuramente impossibile muoversi di notte per la campagna, superare ostacoli
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