Appunti sulla paternità gesualdiana dei testi di alcuni madrigali
Gennaro Iannarone, Universita' Degli Studi Di Salerno, Universita' Degli Studi Di Salerno
2020
La ricerca della paternità gesualdiana dei testi di alcuni madrigali anonimi presenta delle notevoli difficoltà, spesso insuperabili. Invero, soltanto pochi testi appartengono di certo a poeti noti; la gran maggioranza, quasi la totalità dei 125 madrigali, è frutto di scelte impulsive, disordinate, tipiche dell'anima gesualdiana, per cui è molto difficile accertare se, per rivestire l'idea musicale del momento, egli abbia attinto a testi di verseggiatori o rimatori di minor prestigio, o li
more »
... scritti di proprio pugno. Per tali ragioni di fondo questo piccolo saggio, lungi dall'avere pretese di completezza, ha solo la finalità di stimolare la ricerca sui testi anonimi, in omaggio al musicista ed anche all'autore di essi, che può identificarsi in non pochi casi proprio con Gesualdo, allorché egli è riuscito a creare versi gradevoli quale base letteraria delle sue singolari idee musicali. Questo aspetto della personalità del Principe ha una grandissima importanza, certamente superiore a quella che finora ad esso è stata attribuita, essendosi rivolta a Gesualdo precipuamente l'attenzione dei puri musicologi, dimentichiva pur dettoche di fronte ad un genere musicale complesso come il madrigale non si sarebbe dovuto trascurare del tutto una delle parti di cui quel genere musicale era composto. Non va altresì sottaciuto, sempre al fine di sottolineare l'importanza del testo, che l'evoluzione dell'arte musicale è stata tale che i madrigali, ed in genere la musica antica, riescono per i più di difficile ascolto nell'epoca attuale, mentre i versi sono ancor oggi abbastanza facili alla lettura e spesso piacevoli per chiunque, quasi che, pur a distanza di secoli, siano rimasti intatti, in una loro immutabile "classicità". Ne deriva che vanno riposte anche in una maggiore conoscenza degli stessi le speranze di più ampia divulgazione di un'arte stupenda, che purtroppo si rivela nella sua bellezza, se goduta unicamente con l'ascolto, a un numero ristretto di cultori e di appassionati. Con ciò non si vuol negare affatto che gli spartiti dei madrigali siano dotati di una valenza artistica di gran lunga superiore rispetto ai versi, perché, in definitiva, Gesualdo resta un musicista, un grande musicista, non un paroliere. Tuttavia, a sostegno dell'interesse che può suscitare la ricerca della paternità di un testo anonimo, è giusto porsi degli interrogativi. Invero, se è innegabile che solitamente è il testo, nel procedere della creazione artistica, a porsi come un antecedente che viene poi rivestito della forma musicale che più gli si addice dal compositore (si pensi all'opera lirica), è da considerarsi molto probabile l'anteriore formazione di numerosi testi da parte dello stesso Carlo Gesualdo, dato che non dovette essergli facile rinvenire fra i poeti del suo tempo composizioni in versi che rispecchiassero la complessità dei suoi stati d'animo, i drammatici temi affettivi a lui cari e, in particolare, i ricorrenti e talvolta ossessivi connubi Amore-Vita, Amore-Morte, Dolore-Gioia (di "smisurato disordine delle sue passioni" e di "stato d'animo tormentato e patetico" parla Massimo Mila, mentre l'Ambros vede nella sua musica "un ardente, appassionato, sconfinato desiderio"). Perciò, non prima di aver rilevato che nel passaggio dal terzo libro alla terna successiva della sua produzione vi sia stata una progressione dell'atteggiamento antiletterario di Carlo Gesualdo, quasi assente nei primi due libri, fregiati dai contributi del Tasso e del Guarini, è verosimile ritenere che non solo per sviluppare i temi sentimentali suoi propri, ma anche per attuare la caratteristica circolarità e personalizzazione delle voci, si sia in lui accentuata la tendenza a scriversi i testi da sé (in tal senso si può parlare di un "Gesualdo cantautore") pervenendo così alla creazione unitaria di testo e musica, quale prodotto di un'unica ispirazione artistica. Conseguenza auspicata è che, riconosciuto il fondamento di tale ipotesi, ne derivi una maggiore godibilità del grande madrigalistica ed un maggiore approfondimento nella interpretazione della sua arte. Non si può omettere, a questo punto, un cenno alla grande utilità, anzi alla necessità, nella ricerca che ci si è proposti, di attingere a precedenti studi o commenti, anche al fine di non incorrere
doi:10.14273/unisa-2388
fatcat:3x4jfjf4mrgqvifpbtfjscj37q