Stato, Chiese e pluralismo confessionale Rivista telematica-gennaio 2007
Nicola Colaianni
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Per un diritto di libertà di religione costituzionalmente orientato * 1 SOMMARIO: 1. Premessa: legge e intese-2. Insufficienze della p.d.l.-3. L'obiettivo da perseguire-4. La libertà di religione e i suoi limiti-5. La laicità-6. La libertà di religione negativa: ateismo e agnosticismo-7. Le organizzazioni filosofiche e non confessionali-8. Norme finanziarie (deduzioni offerte ed otto per mille)-9. Confessioni con intesa e senza intesa: illegittimità della distinzione-10. La personalità
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... -11. Il matrimonio-12. Le classi religiosamente omogenee-13. Simboli religiosi-14. L'architettura della p.d.l.-15. Conclusione 1-Premessa: legge e intese L'esigenza di una legge sulle implicazioni della libertà di religione fu avvertita al momento stesso, or sono oltre venti anni, in cui si concluse l'accordo di revisione del concordato lateranense e fu stipulata la prima intesa con le chiese valdo-metodiste: ne parlò, infatti, il presidente del consiglio Craxi al Parlamento, annunciando la svolta della politica ecclesiastica, nel gennaio del 1984. Che tale esigenza si ponesse in stretta derivazione con il crearsi, per effetto delle varie normative di origine pattizia, di alcune confessioni "convenzionate" con lo Stato e di altre non, che così rimangono scoperte sul piano delle garanzie assicurate alle prime, fu successivamente riconosciuto anche dalla Corte costituzionale. La decisione, con cui si risolse negativamente il problema dell'estensione dell'otto per mille alle confessioni senza intesa, fu motivata, infatti, proprio con la mancanza di un tertium comparationis risultante da "una disciplina, posta da una legge comune, volta ad agevolare l'esercizio di un diritto di libertà dei cittadini" (C. cost. 31 maggio 1996, n. 178). Questo difetto impedisce alla Corte di disporre di un modello univoco di riferimento non solo per il concreto esercizio del suo potere di riequilibrio in nome della ragionevolezza del sistema ma anche per la * Testo presentato in occasione dell'audizione presso la Commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati l'11 gennaio 2007, leggermente integrato con le precisazioni ivi fatte oralmente.
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