Riflessioni sull'assistenza domiciliare integrata nei casi di disabilità adulta
Pamela Crisanti
2012
unpublished
Tratterò di un intervento di assistenza domiciliare rivolto ad un disabile adulto, come pretesto per riflettere su quale funzione picologico clinica mettere in campo nell'ambito della disabilità. Quando ci si rapporta alla disabilità, gli interventi sono soprattutto sostitutivi: la funzione sostitutiva risponde alla lettera di precise richieste dei contesti che convivono con la disabilità, ad esempio la famiglia, ma se ci si ferma a essa non si coglie che tali richieste originano da una
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... da analizzare, di uscire da un isolamento che rende fermi, immobili, senza futuro i rapporti di chi ha a che fare con la disabilità. La funzione integrativa che lo psicologo può attuare è invece rivolta alle relazioni familiari nel loro complesso perché tornino a occuparsi dell'esperienza di disabilità che riguarda la famiglia. Nell'intervento resocontato, propongo come prodotto della relazione la rivitalizzazione del desiderio. Parole chiave: disabilità; famiglia; assistenza domiciliare integrata; intervento psicologico clinico; intervento sostituivo e integrativo. Entro la scuola di specializzazione in psicoterapia psicoanalitica 1 uno degli obiettivi che abbiamo perseguito è stato sviluppare modelli di intervento in rapporto a quelle che abbiamo definito le nuove domande, ambiti di intervento al contempo interessanti e non scontati entro i quali proporre una funzione psicologico clinica. Vorrei parlare in proposito dell'Assistenza Domiciliare Integrata. L'Assistenza Domiciliare Integrata 2 è un sistema di interventi e servizi sanitari offerti a domicilio, intendendo per domicilio l'abitazione del paziente, una struttura comunitaria, una casa di riposo o una struttura residenziale permanente. Nasce come modello assistenziale volto ad assicurare l'erogazione di prestazioni sanitarie (medica, infermieristica, riabilitativa) e socio-assistenziali (cura della persona, fornitura dei pasti, cure domestiche), da parte di diverse figure professionali. La sua realizzazione richiede la definizione di piani personalizzati di assistenza. Le Unità di Valutazione territoriale (composte da figure professionali come il medico, l'infermiere e l'assistente sociale) su segnalazione da parte di più soggetti (medico di base, ospedale, famiglia) formulano una valutazione sul grado di autosufficienza, di infermità e di disagio sociale della persona. Inizialmente, tale forma di assistenza ha riguardato essenzialmente la popolazione anziana non autosufficiente e i disabili, successivamente si è estesa ad altre disabilità, quali l'AIDS, l'Alzheimer, i pazienti in stato terminale, nell'ottica di orientare sempre più gli interventi verso forme non ospedalizzate di assistenza. In altri termini è un servizio che ha un obiettivo di assistenza, è alternativo all'ospedalizzazione, risponde a problemi che si ritiene che tenderanno alla cronicizzazione, entro un assetto collusivo che possiamo cogliere da questa citazione, relativa al PSN 1998-2000, in cui si dice che: "Curare a casa significa un cambiamento di prospettiva sostanziale: si tratta di passare dal malato che ruota attorno alle strutture erogatrici alle strutture e professioni che assumono come centro di gravità la persona con i suoi bisogni". * Psicologa clinica, Specialista in psicoterapia psicoanalitica, intervento psicologico clinico e analisi della domanda. 1 SPS, Studio di psicosociologia, Roma. 2 Assistenza domiciliare caratterizzata da una specifica connotazione sanitaria che il Progetto-obiettivo anziani del 1991-'95 e il Piano sanitario nazionale 1994-'96 hanno codificato con il termine ADI
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