L'inconscio cambia sede?

Di Franco, Di Maria, Ivan Formica
unpublished
Come ha affermato Margetts, "fin quasi dall'alba della civiltà l'uomo ha avuto il sospetto di comprendere che esiste un'attività mentale al di fuori della nostra coscienza di veglia" (Margetts, 1953, p.1). Tale affermazione sembra testimoniare un interesse, da sempre esistito, verso quelle componenti "inconsce" che risiedono da qualche parte in ogni individuo e sui cui, ancora oggi, ci si continua ad interrogare nel tentativo di riuscire a fare un po' più di luce sulle tante ombre che
more » ... o, e seguiteranno a farlo, la nostra esistenza. Lancelot Law Whyte, autore del testo L'inconscio prima di Freud, scrive: "Ancora non avevo imparato che le grandi conquiste sono di solito il culmine di un processo culturale che si estende nei secoli" (Whyte, 1970, p. 9). Scopre pertanto, a discapito di quanto riteneva dapprima erroneamente ed innocentemente, che Freud non è stato l'inventore dell'inconscio ma è stato colui che ha ereditato e sistematizzato un filone di pensieri e studi potremmo dire quasi arcaici. Tale asserzione non si pone come obiettivo di sminuire la conquista di Freud, che sarebbe cosa assurda, bensì di mostrare che un immenso sfondo di costante pensiero, ad opera di un gran numero di studiosi in molti paesi, ha influenzato e sostenuto "inconsciamente" anche il più originale dei pensatori. Spesso accade, però, che questo "immenso sfondo di costante pensiero" acceda nell'oblio. Provare, adesso, a ripercorrerne la storia e dissertarne richiederebbe una lunga elencazione di pensatori e pensieri; ciò nondimeno proveremo, davvero brevemente, a riportare i contributi più significativi. Durante il secolo XVII il pensiero filosofico europeo è stato dominato da tre interpretazioni della natura dell'esistenza. Il materialismo trattava i corpi fisici e i loro moti come la realtà primaria; l'idealismo riteneva che tale realtà fosse costituita dallo spirito o mente; mentre il dualismo cartesiano postulò due regni indipendenti: la res cogitans (mentale) e la res extensa (materiale). Le prime due scuole non ebbero alcuna difficoltà a riconoscere una parte inconscia della mente, sebbene sotto altri nomi. Ma per la terza scuola, quella cartesiana, l'ammissione dell'esistenza di processi mentali inconsci presentava un'acuta sfida filosofica perché pretendeva il rifiuto della concezione originale del dualismo, in quanto concezione di due regni indipendenti, materia in movimento e mente necessariamente consapevole. Per i fedeli di Descartes, tutto quello che non era conscio nell'uomo era materiale e fisiologico, e quindi non mentale. Le prime due scuole, che erano pronte a riconoscere la mente inconscia, non poterono contribuire un gran che al progresso, perché i loro monismi erano entrambi relativamente impotenti. La scoperta dell'inconscio richiese circa due secoli, approssimativamente dal 1700 al 1900. L'idea dei processi mentali inconsci fu, in molti dei suoi aspetti, concepibile attorno al 1700, di attualità attorno al 1800, e divenne effettiva attorno al 1900, grazie agli sforzi di un gran numero di pensatori di vari interessi e di molti paesi. Durante questi due secoli fu stabilita l'esistenza della mente inconscia; la scoperta della struttura cominciò soltanto nel XX secolo. Furono molti i fattori che imposero questo sviluppo nel pensiero e nella pratica, ma il più importante fu il riconoscimento che: i fatti non sostengono l'ipotesi dell'autonomia della coscienza. La storia della scoperta dell'inconscio dopo Descartes mostra un predominante contributo tedesco nel campo delle idee sistematiche, un apporto inglese nel campo empirico e la caratteristica cautela verbale francese, combinata con una certa sottigliezza; infatti, a dispetto di uno o due nomi importanti, i pensatori francesi contribuirono relativamente poco alla comprensione teoretica dei processi impliciti. Dal XVIII secolo in poi vi fu un interesse crescente non solo per i normali ritmi della coscienza (sonno, sogni, sogni ad occhi aperti), ma anche per gli stati insoliti o patologici (svenimento, estasi,
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