L'individuo e le sue relazioni a partire dal Second Treatise di John Locke

Michele Nicoletti
unpublished
Questo documento è soggetto a una licenza Creative Commons 23-12-2005 H:M:S Sommario Introduzione 1. L'orizzonte teologico 2. Il limite dell'umanità 3. Il limite dell'alterità Introduzione Il pensiero contemporaneo ci ha costretto a rimettere al centro della riflessione antropologica, etica e politica il grande tema delle "relazioni umane": dalla fenomenologia al pensiero dialogico, dalla teoria comunicativa alla teoria del riconoscimento, molta parte del pensiero novecentesco ha messo in
more » ... sione le concezioni che prendevano le mosse da un soggetto umano concepito originariamente come un "atomo irrelato". È appena il caso di sottolineare la rilevanza per la teoria politica di un tale modo di concepire l'individuo, che lo intende come soggetto emergente da una trama di relazioni che lo costituiscono e a cui tuttavia egli non si riduce. Ne va ovviamente della concezione della società, dello Stato, del potere e così via. Su questo sfondo può essere utile rileggere il tema dell'individuo e delle sue relazioni a partire da alcune suggestioni di Locke, uno dei padri dell'individualismo politico. La tesi di fondo di questa rilettura è che queste relazioni, già nel pensiero di Locke, da un lato costituiscono l'individuo, dall'altro lo limitano. Questa dialettica di costituzione-limitazione fa sì che l'individuo debba intendersi più che come un "dato" originario come una "costruzione" e che, in secondo luogo, il limite alla sua azione sia posto non solo dall'esterno, ossia dalla presenza di altri individui, ma anche dall'interno, ossia dalla sua stessa costituzione ontologica. Cercherò di argomentare brevemente la mia tesi considerando tre ambiti di relazioni in cui l'individuo di Locke appare immerso limitandomi al testo del Second Treatise of Civil Government.
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