CQ E QUALITA' DEI CONTROLLI: GRAMMATICA E PRATICA

A. De Angeli, A. Vagni, A. Roveda, R. Massardi, A. Montanelli
2004 Microbiologia Medica  
La classificazione degli HPV su base epidemiologica rispetto alle potenzialità oncogene è soggetta a continuo aggiornamento. Alcuni tipi di HPV non sono rilevabili con le tecniche di ibridazione comunemente usate. Scopo dello studio è stato quello di eseguire, su donne sottoposte a screening per la prevenzione tumorale, la tipizzazione molecolare dell'HPV mediante sequenziamento e di correlare le positività con la citologia cervicale. Sono state arruolate 130 donne (età mediana 35.5, range
more » ... ). I tamponi cervicali sono stati sottoposti ad amplificazione genica per la regione L1 di HPV. I campioni positivi sono stati tipizzati mediante sequenziamento diretto. E' stato eseguito parallelamente un PAP-test. Il 28.4% delle donne risultava positivo all'HPV e di queste il 67.5% albergava genotipi ad alto rischio (16-18-31-33-39-52-56-53-58-59-MM9) vs il 24.3% con tipi a basso rischio (6-54-62-70-84). E' stata evidenziata una coinfezione (16+56); non è stato possibile tipizzare due campioni. I genotipi (MM9-62-84) non sarebbero stati rilevati con i più comuni kit commerciali che usano l'ibridazione. Il 72% delle donne con tipi ad alto rischio presentava lesioni di basso ed alto grado, mentre solo il 44% delle donne con tipi a basso rischio presentava lesioni, e solo di basso grado. La prevalenza di HPV e le frequenze dei vari tipi da noi riscontrate è in linea con i dati di letteratura europea. Il sequenziamento evidenzia genotipi (MM9-62-84) non rilevabili con metodiche di ibridazione. Per quanto riguarda le possibili associazioni tra tipi di HPV e grado di alterazione citologica i tipi ad alto rischio si riscontravano sia nelle lesioni di basso grado sia in quelle di alto grado, mentre quelli a basso rischio sono sempre associati a lesioni di basso grado o citologia normale. Un follow-up viro-citologico potrà fornire indicazioni circa la probabilità e la velocità di progressione delle lesioni nelle persone infette dai diversi tipi di HPV. P215 PIANO ORGANIZZATIVO DI CONTROLLO MICROBIOLOGICO IN UN LABORATORIO DI PATOLOGIA CLINICA ALLA LUCE DELL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE 626/94. Cocco M.P. ; Migliozzi A. Nell'ambito della gestione di un sistema di qualità in ambiente sanitario,notevole rilevanza riveste una corretta applicazione delle normative previste in materia di prevenzione(D.L.626/94). Obiettivo del seguente lavoro è stato quello di implementare un programma utile ad affrontare i principali problemi legati al Controllo Microbiologico Ambientale e,specie quando poi l'ambito di gestione sia rappresentato da un Laboratorio di Analisi Microbiologiche,area notoriamente a rischio biologico particolarmente elevato. Nel seguente lavoro il controllo microbiologico ambientale è eseguito a due livelli: *CONTROLLO MICROBIOLOGICO DELLE SUPERFICI *CONTROLLO MICROBIOLOGICO DELL'ARIA Per le superfici di contatto si sono utilizzate le piastrine"contact-plate" di superficie pari a 24 cmq e per la raccolta dei campioni di aria si è impiegato il campionatore S.A.S. Dopo che gli interventi di sanificazione previsti sono stati attuati sulle superfici e la ventilazione è stata regolata in modo che sono stati possibili 5 ricambi di aria/h,il controllo si è cosi presentato: il numero di microrganismi espresso in UFC presenti in 1 mc di aria è stato: MESOFILI 376 MUFFE confluenti COLIFORMI 0 STAFILOCOCCHI 24 Il numero di microrganismi espresso in UFC presenti in 24 cmq di superficie è stato: PARETI MESOFILI 10 MUFFE 0 COLIFORMI 0 STAFILOCOCCHI 1 PAVIMENTO MESOFILI confluenti MUFFE confluenti COLIFORMI 3 STAFILOCOCCHI 3 SUPERFICI DI LAVORO MESOFILI 10 MUFFE 3 COLIFORMI 2 STAFILOCOCCHI 1 Conclusioni: l'analisi dei risultati dimostra che i limiti di accettabilità sono superati per quanto riguarda i MESOFILI TOTALI e le MUFFE sul pavimento e i livelli di MUFFE nell'aria del Laboratorio di Patologia Clinica sono eccessivi. Obiettivo: Valutazione delle performance diagnostiche/analitiche di una procedura per la ricerca delle IgM antitoxoplasma e del ruolo dei dati presentati nella tabella riassuntiva della VEQ di sierologia della Regione Lombardia. Materiali e Metodi: Presso il nostro laboratorio la ricerca delle IgM antitoxoplasma viene effettuata con una procedura a due step che prevede al primo step l'impiego di una metodica in completa automazione e ad elevata sensibilità ( Toxo IgM, AXSYM System , Abbot) e l'esecuzione di un successivo step di conferma, a favore dei campioni risultati positivi , con procedura semiautomatica ad elevata specificità (Vidas Toxo IgM , Biomerieux). Risultati: Dal gennaio al dicembre 2003 sono stati processati 5011 campioni: al primo step di indagine 46 sono risultati positivi, mentre al secondo step si sono riconfermati tali solo in numero di 12.
doi:10.4081/mm.2004.4175 fatcat:gknqwep475e6nnmw3n2ph3pyza