Il fantomatico Belli Il fantomatico Belli. Pittore girovago nella Francia di fine Ottocento o copista per la regina Vittoria?
Matteo Gardonio
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Non può che sorprendere studiare dinami-che storico-artistiche tra Otto e Novecento che riconducono, una volta portate a termine attraverso numerosi frammenti, più alla sfera di competenza dei colleghi medievisti che a quella dei contemporaneisti. Questo è ciò che è avvenuto quando si è intrapreso il cammino che ha portato all'individuazione di un pittore presente in diverse collezioni pubbliche fran-cesi e, di recente, emerso con due opere nien-temeno che dalla collezione di Angelo Som-maruga
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... Parigi, firmate "Belli" 1 (figg. 1-2). Due teste di carattere, da inserire appie-no nell'allora dilagante revival neo-fiam-mingo e che aveva, tra gli altri, nel nostrano Oreste Da Molin (1856-1921) un campione del genere 2. Essendo, tuttavia, la collezione Som-maruga caratterizzata da firme prestigiose dell'epoca, da De Nittis a Zandomeneghi 3 , si è tentato di estrapolare da una possibile dinamica di mercato il nostro "Belli", ri-conoscendolo nel napoletano Enrico Bel-li, allievo di Domenico Morelli e Gaetano Esposito 4. Giungendo, come vedremo in seguito, a esiti piuttosto sorprendenti, converrà trac-ciare un profilo minimo, in questa sede, di tale Enrico Belli. Già pare significativo che l'attività di co-stui ci conduca non in Francia ma in Inghil-terra; scene di genere e ritratti, realizzati tra il 1862 e il 1884 presentati regolarmente a Londra tra la Royal Academy e la Suffolk Art Gallery; egli, infatti, è documentato proprio in quel contesto con dipinti raffiguranti per lo più scene d'interni con bambini, ritratti di uomini anglosassoni dell'epoca e copie dagli antichi. In tal senso, il ritratto del fi-sico Alexander Tweedie (1794-1884) presso la Royal College of Physicians di Londra è forse la sua opera più emblematica 5. Un pit-tore che orgogliosamente si firma "E.Belli" e che risulta facilmente smascherabile dal punto di vista anche formale, prediligendo la pittura leccata e rifinita-un po' legno-sa-, senza sbavature e dal disegno saldo. Ora, spostiamoci di molto verso sud nell'Europa di quegli anni; il 18 ottobre 1871, un giovane pittore di Barcellona, Be-net Belli, viene iscritto nel Registro de copi-stas del Museo del Prado per studiare, in par-ticolare, le opere di Goya 6. Pittore piuttosto bizzarro, come testi-monia il proprio autoritratto del 1876 El sueño de un pintor presentato a Barcellona alla Exposicion de la Sociedad Economico Bar-celonesa de Amigos del País, alla ricerca di
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