R. Laham Cohen, The Jews in Late Antiquity

Eliodoro Savino
2020
Pubblicato nella Collana Past Imperfect, che presenta ad un pubblico di non specialisti rassegne aggiornate su varie tematiche storiche di età medievale (400-1500 d.C.), il volume di Rodrigo Laham Cohen, docente di Storia antica all'Università di Buenos Aires, offre una sintetica introduzione alla storia degli ebrei in età tardoantica. La trattazione, che omette per ragioni di spazio alcune regioni balcaniche e la Siria (p. 88), si articola in otto capitoli, preceduti da una breve introduzione:
more » ... a quello iniziale, dedicato alle fonti e alle questioni metodologiche relative alla loro utilizzazione, seguono sette capitoli, ciascuno dedicato alla presenza ebraica in una singola area geografica: Italia, Nord Africa (ad eccezione dell'Egitto), Gallia, Spagna, Egitto, Israele e Babilonia, illustrata in poche pagine di testo, corredate da un essenziale corredo di note; il volume si chiude con un Afterword nel quale sono sintetizzati i principali risultati dell'indagine, e da una bibliografia, integrata da una breve esposizione del contenuto dei titoli più importanti. Nell'Introduzione (pp. 1-3), l'A. afferma che l'opera andrebbe considerata come primo passo per la comprensione di un periodo poco conosciuto della storia degli ebrei, da approfondire con letture più specifiche e, consapevole del dibattito storiografico sulla periodizzazione del Tardoantico, dichiara di focalizzare la sua attenzione sul periodo compreso tra il III ed il VII secolo. L'esistenza di «several Jewish histories in late antiquity, not just one» giustificherebbe la trattazione delle comunità giudaiche nel contesto della società nella quale interagivano, inducendo a valorizzare l'approccio regionale, unico in grado di rendere conto della varietà delle loro condizioni nel tempo e nello spazio, prevalente sui common patterns. Nel capitolo iniziale (pp. 4-12), l'A. sottolinea l'opportunità del ricorso a fonti scritte ed archeologiche per la ricostruzione del giudaismo e ne illustra peculiarità e limiti di utilizzazione. Per quanto riguarda le fonti ebraiche,
doi:10.6092/2281-6062/7236 fatcat:b3o3qzyhzzgfxaip5q2bcnzf2e